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capitolo quarto. | 49 |
per tutto; ma segnatamente per due stanze che a loro dovevano sembrar delle piazze immense: il salotto da lavoro della contessa e lo studio de’ ragazzi, ch’erano attigui, e nè anche divisi da un uscio, ma solo da una tenda orientale.
Fu allora, che il diverso carattere dei cinque sorcetti ebbe modo di svilupparsi e manifestarsi.
Dodò, uno de’ maschi dal cappuccio nero e tutto il resto del corpo affatto bianco, scelse subito per suo domicilio una scansia nella grande biblioteca della contessa Sernici.
— È un topo di biblioteca! — osservò ridendo la signora; e spiegò a’ suoi ragazzi che si sogliono chiamare topi di biblioteca quegli uomini studiosi i quali passano la vita fra i libri. Soggiunse poi, rivolta all’animaluccio:
— Bada bene, Dodò, di non farmi dei guasti! Se hai voglia di rosicchiare, ti metto qui