Pagina:Una famiglia di topi.djvu/64

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capitolo quarto. 55

tre baciava Bellino, quasi avesse voluto compensarlo dell’altrui indifferenza.

Il topo bianco rispondeva languidamente, cogli occhietti sempre socchiusi, baciando tre o quattro volte le labbra fresche della sua signorina; poi ricadeva nel torpore abituale. Da quel torpore non era capace di smuoverlo altro che Moschino, quello spiritello di Moschino, tutto brio, tutto anima, con l’argento vivo addosso, un vero pepino.

Non ostante che Ragù e la Caciotta volessero lo stesso bene a tutti i loro figliuoli, un bene più fraterno che altro, da che i piccini eran cresciuti non avevan potuto impedire che Dodò e Moschino, ogni sera che Dio mandava in terra, costringessero Bellino a rifare il letto comune; vale a dire ad accomodare nel miglior modo, per istar tutti più morbidi, la carta e gli stracci di tela, che la Letizia aveva ordine di cambiar tutt’i giorni nella canestra dei topi.