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60 una famiglia di topi

tati. Questo capriccioso d’un topo ora voleva star al caldo e s’andava a cacciar in un angolo, riparato da qualche drapperia che gli faceva come una specie di tenda; ora preferiva accoccolarsi al fresco sotto qualche vaso di fiori dove allungava la pancia; e così godeva il profumo che veniva dal mazzo e la frescura che l’acqua del vaso gli procurava.

Un giorno, dopo aver inutilmente cercato Moschino per tutta la casa, il conte tése l’orecchio a de’ suoni scordati che venivano da un salone lontano.

— Chi tocca così il pianoforte? — domandò maravigliato di quella musica singolare.

Nello corse nel salone. Su la tastiera del piano, rimasto aperto dopo che la Rita vi aveva studiato, Moschino passeggiava lentamente, con aria d’importanza, tutto soddisfatto della propria abilità a far uscir que’ vari suoni dai tasti, soltanto appoggiandovi le zampette.