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88 | una famiglia di topi |
suno; ma me la piglio di cuore; com’è vero che sono un topo, me la piglio di cuore!... —
Infatti, il conte, dopo aver chiamata la moglie e averle narrato l’accaduto, mise la mano nella scansia per impadronirsi del topo e punirlo. Ma la contessa fu più lesta; Dodò corse da lei, che lo prese ridendo e se lo mise nel petto, scappando subito via per risparmiargli la tirata d’orecchi.
Il conte, che non doveva avere una gran voglia di dar quel gastigo, si contentò di gridare:
― Ah Dodò, se lo fai un’altra volta!...
― Magàri ― pensava Dodò, ora che si sentiva al sicuro; e quando la contessa se lo trasse dal petto, egli le diè tanti baci, tanti baci, per dirle che proprio era contento d’aver morso quel soggettaccio, che tormentava gli uomini e trattava male le povere bestie.