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l’attacco degli orsi bianchi 193

del gran salto!... Si trattava della pelle, altro che delle gambe!...

— E dunque, Walter? — chiese il signor di Montcalm, avvicinandosi allo studente, dopo di aver guardato l’ora. — Pare che gli orsi vi abbiano fatto dimenticare che tutti i mortali dell’orbe terracqueo, quando battono le dodici, usano cacciare qualche cosa in corpo.

— Per tutti i fulmini di Giove, avete ragione, signor Gastone!... — esclamò lo studente, scaraventando il libro dall’altra parte del carrozzone.

— Tanto v’interessavano gli usi ed i costumi di questi abitatori polari a quattro gambe e troppi denti?

— In fede mia sì.

— E che cosa avete appreso dunque?

— Che se non si ammazzano a colpi di fucile o di rampone non si lasciano mangiare.

— Soltanto questo?

— Per ora sì.

— Lo sapevo anch’io, senza leggere quell’interessantissimo libro. Visto e considerato però che quegli amabili animali non desiderano per ora offrirsi ai nostri mauser, fareste bene a prepararci della carne di bue conservata, con dei cavoli sotto aceto, così terremo lontano lo scorbuto.

— Ecco il cuoco all’opera, signore, — rispose lo studente, precipitandosi verso la stufa armato d’una padella.

— E voi, Dik, che nuove avete da darmi dei nostri vicini?

— Che si sono armati di molta pazienza, rispose l’ex-baleniere, alzando le spalle, — e che ricomincia a nevicare.

— Ancora?

— Fa molto buio al nord, signore.

— Brutto affare. Il nostro treno si immobilizzerà.

— Faremo come gli orsi, signore: ci armeremo di pazienza.


13. E. SALGARI ― Una Sfida al Polo.