Pagina:Una sfida al Polo.djvu/253

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la carica dei buoi muschiati 247


— Sì, Walter, — rispose il canadese, scherzando. — Avanti, signor campione del salto, se volete guadagnarvi anche il campionato del tiro al bersaglio.... bovino.

— Vi farò stupire, — rispose lo studente, imbracciando il fucile ed affacciandosi ad uno dei finestrini. — Quale scegliete signor Gastone?

— Quel bel maschio che ha il pelame macchiato di nero e le corna più lunghe di tutti.

Si presenta anche ottimamente per un bel tiro.

— A me, mio polso e miei occhi, — esclamò lo studente.

Puntò il mauser, mirando con estrema attenzione, poi dopo alcuni istanti rimbombava uno sparo.

Il bue muschiato che in quel momento stava rompendo il ghiaccio coi durissimi zoccoli, alzò bruscamente la testa, la scosse come per cacciar via un insetto importuno, poi riprese il suo lavoro come se nulla fosse avvenuto.

— Corpo di tutte le scarpe di Giove!... — esclamò lo studente al colmo della sorpresa.

Tho!... Anche le scarpe dopo i fulmini!... — esclamò il canadese, scoppiando in una risata. — Signor campione di Cambridge, avete perduto uno dei vostri tre dollari.

— Eppure sono sicuro di averlo colpito.

— Non dico di no; vi faccio solamente osservare che il bue è ancora ritto sulle sue quattro zampe.

— Che i proiettili dei mauser abbiano perduta la tanta loro vantata penetrazione?

— Non lo credo affatto. Gli è che voi dovete aver colpito quell’animale in piena fronte e che la vostra palla ha dovuto per forza rimbalzare altrove.

Hanno le ossa dure, mio caro, i muschiati. —

L’ex-baleniere in quel momento si fece innanzi, dicendo con comica gravità: