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l’ultimo mammouth | 295 |
— Lo confesso.
— Disgraziato, e non pensavate che perdendo noi nelle solitudini gelate del Polo perdevate anche voi?
— A questo non ci avevo pensato.
— Io avrei il diritto di uccidervi.
— Non ve lo contesto: se volete, armate la vostra rivoltella e finitemi. Questa vita che voi avete strappata alla proboscide di quel bestione vi appartiene.
— No, — disse il canadese. — Io non commetterò mai un assassinio così, a sangue freddo, ma vi avverto Dik, che se vi sorprendo a guastare la mia automobile vi ammazzerò come un cane, e vi avverto pure che io sono un uomo da mantenere la parola.
— E farete bene, signor di Montcalm. Dovendovi però troppa riconoscenza, siate sicuro che io farò tutti gli sforzi possibili per condurvi al Polo.
— Non se ne parli più di questo affare. Se il destino mi farà incontrare Torpon, qualche cosa di terribile succederà, e le nevi immacolate del Polo si tingeranno per la prima volta di sangue umano.
Seguitemi: andiamo a vedere l’ultimo mammouth, poichè sono certo che è l’ultimo della sua razza.
— Mi avete perdonato, signor di Montcalm?
— Vi ho detto di sì, — rispose un po’ asciutto il canadese.
— Vi giuro che sarò da questo momento il vostro fedele marinaio.
— Vedremo. —
Raccolse il fucile e si diresse verso la spiaggia, dove si udiva lo studente strepitare come un’oca marina.
In meno di cinque minuti i due esploratori raggiunsero la ripa dalla quale era rotolato sul pak il gigantesco animale.
Il ghiaccio che copriva il canale di Smith doveva avere uno