Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/111

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tana, luminosa nella luce, silenziosa nel silenzio, quasi vigile scolta sull’aspettazione significata in quella luce e in quel silenzio, alta e sola sul gran deserto dell’Agro come un grido melodioso sopra un’armonia sommessa.

L’improvviso stridere d’un falco volante mi solcò la carne d’un lungo brivido, quasi che in essa si prolungasse il fremito dell’ali.


Pensavo:

L’Ente e Roma! Non sono forse veramente queste le basi eterne su cui poggiano la scienza e la storia? e la filosofia non ha forse veramente disordinato e avvilito il giorno in cui Roma non fu più regina spirituale sul mondo? Non forse invano, da quattro secoli, il pensiero ribelle e le nazioni eslegi tentano emanciparsi dalla idea creatrice e dal popolo che fu destinato a rappresentarla?