Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/24

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Tutta bella sei tu, o amica mia! Soave e splendida come Gerusalemme, terribile come un esercito ordinato a battaglia.


Queste parole del Cantico mi tornarono improvvise nella memoria un giorno che io assistevo con indicibile rapimento di spirito, in una bella Chiesa latina, ad una di quelle festività religiose che sono ebrezze musicali, orgie di gioia liturgica, giubilazioni di una divina e radiosa meraviglia.

Per tutta la Chiesa era un intenso fumare d’aromati velanti la fiamma degl’innumerevoli cerei e delle lampade votive. A traverso fiocchi d’incenso salienti per le volte istoriate, la statua d’oro del Diacono teneva immobilmente innanzi ai suoi occhi la patena ravvolta in un drappo, simbolizzando così l’Antico Testamento, come l’altro Diacono simbolizzava il Nuovo, e mostrando che la Sinagoga non può vedere il compimento dei misteri della Chiesa.