Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/25

Da Wikisource.

Nel punto centrale della bella visione, il grado supremo dell’emozione estetica e spirituale era concentrato ed espresso nell’atteggiamento dell’Abate officiante, mitrato, splendente d’ori e di gemme.

Da questa lucentissima visione, fumante e abbagliante come un incendio, salivano le melodie del Cantus firmus, ed era come se nascessero da essa, così come nasce la forma dalla sostanza, la luce dal calore.

Religione e Arte parevano vivere in una stessa atmosfera d’ascensione e d’illuminazione, tutte e due spinte verso il tipo eterno delle cose, verso l’Ideale, tutte e due lumeggiate dagli stessi riflessi del Divino rappresentato a traverso gli splendori del Bello.

Ogni colore era disposto ed equilibrato in modo che aveva il valore di tono musicale ricevendo come una virtù di cantare in aspetto luminoso.

Tutto era ritmo e simmetria.

Ogni suono, ogni parola, ogni gesto, era la celebrazione del culto estetico perfetto, e traduceva un sentimento, e imitava una imagine.