Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/26

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E come nella vasta Chiesa la scultura e la pittura erano strettamente unite e armonizzate all’architettura, così, ogni suono, ogni parola, ogni gesto rendeva visibile la bellezza dell’organismo e l’innalzava ad una suprema forma d’espressione, e dava un’apparenza visibile alle più oscure verità.

Ogni suono, ogni parola, ogni gesto era come una voce aggiunta al grande coro della vita, una voce che pareva non avere passato ma risuonare dall’eternità e per l’eternità.

I ceri stessi parevano splendere con un palpito concorde, e tutte le forme parevano palpitare con una eguale respirazione.

La cupola aperta alle preghiere, ai canti, ai suoni, agl’incensi, significava quasi una pace consolatrice verso cui tutte le linee convergevano come ardenti implorazioni.


A ondate, per l’ampia navata, la melodia del canto fermo si espandeva, si diffondeva, ascendeva, s’ombreggiava, s’illuminava e sem-