Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/73

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luppa, si gonfia, si leva, si solleva in una pienezza immensa e gaudiosa.

Il De profundis è divenuto Alleluja. Poi diminuisce, s’allontana, s’attenua, dilegua, dispare.

E nella notte, le apparizioni spirtali sospirano, gettano i loro richiami fatali, pieni di una insistenza languida, soffiano furtivamente nell’ombra ritmi ondulati e lascivi come donne nude, s’alzano, sussultano, fluttuano, si chiariscono, si oscurano, appariscono, spariscono, si allontanano, si confondono, avvolte in una spira di voluttà saliente, ardente, turbinante, esasperante.

Carezze lente, baci infiniti, sospiri strazianti come rantoli d’agonia, gemiti d’un piacere più aguzzo del ferro, tutte le torture del desiderio, tutte le voluttà perspicaci e sagaci, tutte le emozioni sottili e violente, tutte le sensazioni ardenti e insaziabili, tutti i trasporti impetuosi e omicidi, tutte le furie della sensualità erotica e lubrica, tutte le fiamme della notte orgiastica, rossastra, selvaggia, giubilante e urlante.