Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/74

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E par di vedere la luna stare sospesa sull’elemento infernale, come una lacrima.

Ma ecco la vita misteriosa delle stelle sbiancare le sue palpitazioni nella castità muta del cielo.

Ecco l’alba.

E con l’alba ecco nuovamente il motivo sacro, sempre più vicino, a misura che il giorno è più vicino, sempre più chiaro, a misura che il giorno è più chiaro, sempre più alto a misura che il giorno è più alto.

A traverso il laceramento delle ombre e la crepitazione degli strumenti avversi, il canto religioso e grave tende nuovamente verso il cielo, desidera il cielo, monta al cielo col languore d’un pianto e con l’ardore d’un estasi.

Tutte le corde fremono all’amplesso del giorno limpido e dolce; tutte le ombre si staccano in avanzi di discordanze, come profumi venienti in decomposizione; tutte le cose si rischiarano e s’illuminano, pallide prima, poi calde, poi ardenti.

E il motivo sacro si allarga sempre più, si svolge sempre più, si diffonde per gradi di