Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/186

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Di Girolamo sopra detto essendo nato in Cesana l’anno 1518 Bartolomeo mentre che il padre seguitava nell’esilio il Duca suo signore, fu da lui molto costumatamente allevato e posto poi, essendo già fatto grandicello, ad apprendere gramatica, nella quale fece più che mediocre profitto. Dopo, essendo all’età di 18 anni pervenuto, vedendolo il padre più inclinato al disegno che alle lettere, lo fece attendere al disegno appresso di sé circa due anni, i quali finiti lo mandò a studiare il disegno e la pittura a Fiorenza, là dove sapeva che è il vero studio di quest’arte per l’infinite opere che vi sono di maestri eccellenti così antichi come moderni. Nel qual luogo dimorando Bartolomeo et attendendo al disegno et all’architettura fece amicizia con Giorgio Vasari pittore et architetto aretino e con Bartolomeo Amannati scultore, da’ quali imparò molte cose appartenenti all’arte. Finalmente, essendo stato tre anni in Fiorenza, tornò al padre che allora attendeva in Pesaro alla fabrica di S. Giovanni Battista, là dove il padre, veduti i disegni di Bartolomeo, gli parve che si portasse molto meglio nell’architettura che nella pittura, [e] che vi avesse molto buona inclinazione; per che, trattenendolo appresso di sé alcuni mesi, gl’insegnò i modi della prospettiva, e dopo lo mandò a Roma, acciò che là vedesse le mirabili fabriche che vi sono antiche e moderne, delle quali tutte in quattro anni che vi stette, prese le misure e vi fece grandissimo frutto. Nel tornarsene poi a Urbino, passando per Firenze per vedere Francesco San Marino suo cognato, il quale stava per ingegnero col signor duca Cosimo, il signor Stefano Colonna da Palestina, allora generale di quel signore, cercò, avendo inteso il suo valore, di tenerlo appresso di sé con buona provisione, ma egli, che era molto ubligato al duca d’Urbino, non volle mettersi con altri. Ma tornato a Urbino, fu da quel Duca ricevuto al suo servizio e poi sempre avuto molto caro, né molto dopo, avendo quel Duca presa per donna la signora Vettoria Farnese, Bartolomeo ebbe carico dal Duca di fare gl’apparati di quelle nozze, i quali egli fece veramente magnifici et onorati. E fra l’altre cose fece un arco trionfale nel borgo di Valbuona tanto bello e ben fatto, che non si può vedere né il più bello, né il maggiore, onde fu conosciuto quanto nelle cose d’architettura avesse acquistato in Roma. Dovendo poi il Duca, come generale della Signoria di Vinezia, andare in Lombardia a rivedere le fortezze di quel dominio, menò seco Bartolomeo, del quale si servì molto in fare siti e disegni di fortezze e particolarmente in Verona, alla porta S. Felice. Ora, mentre che era in Lombardia, passando per quella provincia il re di Boemia che tornava di Spagna al suo regno, et essendo dal Duca onorevolmente ricevuto in Verona, vide quelle fortezze, e perché gli piacquero, avuta cognizione di Bartolomeo lo volle condurre al suo regno per servirsene con buona provisione in fortificare le sue terre, ma non volendogli dare il Duca licenza, la cosa non ebbe altrimenti effetto. Tornati poi a Urbino, non passò molto che Girolamo, suo padre, venne a morte; onde Bartolomeo fu dal Duca messo in luogo del padre sopra tutte le fabriche dello stato e mandato a Pesero, dove seguitò la fabrica di S. Giovanni Battista col modello di Girolamo. Et in quel mentre fece nella corte di Pesero un apartamento di stanze sopra la strada de’ Mercanti, dove ora abita il Duca, molto bello, con bellissimi ornamenti di porte, di scale e di camini, delle qual cose fu eccellente architetto; il che avendo veduto il Duca volle che anco nella corte d’Urbino facesse un altro appartamento