Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/189

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due figliuoli, si stette insino al 1543 senza pigliare di sé altro partito, nel qual tempo capitando del mese di settembre a San Marino un signor Gustamante spagnuolo, mandato dalla maestà cesarea a quella repubblica per alcuni negozii, fu Giovambatista da colui conosciuto per eccellente architetto, onde per mezzo del medesimo venne non molto dopo al servizio dell’illustrissimo signor duca Cosimo per ingegneri, e così giunto a Fiorenza se ne servì sua eccellenza in tutte le fortificazioni del suo dominio, secondo i bisogni che giornalmente accadevano. E fra l’altre cose, essendo stata molti anni innanzi cominciata la fortezza della città di Pistoia, il San Marino, come volle il Duca, la finì del tutto con molta sua lode, ancor che non sia cosa molto grande. Si murò poi, con ordine del medesimo, un molto forte baluardo a Pisa. Per che, piacendo il modo del fare di costui al Duca, gli fece fare, dove si era murato come s’è detto al poggio di San Miniato, fuor di Fiorenza, il muro che gira dalla porta San Niccolò alla porta San Miniato, la Forbiciaia che mette con due baluardi una porta in mezzo e serra la chiesa e monasterio di San Miniato, facendo nella sommità di quel monte una fortezza che domina tutta la città e guarda il difuori di verso levante e mezzogiorno; la quale opera fu lodata infinitamente. Fece il medesimo molti disegni e piante per luoghi dello stato di sua eccellenza per diverse fortificazioni, e così diverse bozze di terra e modelli che sono appresso il signor Duca. E perciò che era il San Marino di bello ingegno e molto studioso, scrisse un’operetta del modo di fortificare, la quale opera, che è bella et utile, è oggi appresso Messer Bernardo Puccini gentiluomo fiorentino, il quale imparò molte cose d’intorno alle cose d’architettura e fortificazione da esso San Marino suo amicissimo. Avendo poi Giovambatista l’anno 1554 disegnato molti baluardi da farsi intorno alle mura della città di Fiorenza, alcuni de’ quali furono cominciati di terra, andò con l’illustrissimo signor don Grazia di Tolledo a Mont’Alcino dove, fatte alcune trincee, entrò sotto un baluardo e lo ruppe di sorte che gli levò il parapetto, ma nell’andare quello a terra toccò il San Marino un’archibusata in una coscia. Non molto dopo, essendo guarito, andato segretamente a Siena, levò la pianta di quella città e della fortificazione di terra che i sanesi avevano fatto a porta Camolia, la qual pianta di fortificazione mostrando egli poi al signor Duca et al marchese di Marignano, fece loro toccar con mano che ella non era difficile a pigliarsi né a serrarla poi dalla banda di verso Siena; il che esser vero dimostrò il fatto la notte ch’ella fu presa dal detto Marchese, col quale era andato Giovambatista, d’ordine e commessione del Duca. Perciò dunque, avendogli posto amore il Marchese e conoscendo aver bisogno del suo giudizio e virtù in campo, cioè nella guerra di Siena, operò di maniera col Duca, che sua eccellenza lo spedì capitano d’una grossa compagnia di fanti, onde servì da indi in poi in campo come soldato di valore et ingegnoso architetto. Finalmente essendo mandato dal Marchese all’Aiuola, fortezza nel Chianti, nel piantare l’artiglieria fu ferito d’una archibusata nella testa. Per che, essendo portato dai soldati alla pieve di San Polo del vescovo da Ricasoli, in pochi giorni si morì e fu portato a San Marino, dove ebbe dai figliuoli onorata sepoltura. Merita Giovambatista di essere molto lodato, perciò che oltre all’essere stato