Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/229

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adorano Cristo e gl’offeriscono mirra, incenso et oro. E questa è delle migliori opere che facesse costui in tutta sua vita, le quali tutte cose molto piacquero ai ferraresi e furono cagione che lavorò quadri per le case loro quasi senza numero e molti altri a’ monasterii e fuori della città, per le castella e ville all’intorno, e fra l’altre al Bondeno dipinse in una tavola la Ressurezione di Cristo. E finalmente lavorò a fresco nel refettorio di Santo Andrea, con bella e capricciosa invenzione, molte figure che accordano le cose del Vecchio Testamento col Nuovo; ma perché l’opere di costui furono infinite, basti avere favellato di queste, che sono le migliori. Avendo da Benvenuto avuto i primi principii della pittura Girolamo da Carpi, come si dirà nella sua vita, dipinsero insieme la facciata della casa de’ Muzzarelli nel borgo nuovo, parte di chiaro scuro, parte di colori, con alcune cose finte di bronzo; dipinsero parimente insieme fuori e dentro il palazzo di Copara, luogo da diporto del Duca di Ferrara, al quale signore fece molte altre cose Benvenuto e solo et in compagnia d’altri pittori. Essendo poi stato lungo tempo in proposito di non voler pigliar donna, per essersi in ultimo diviso dal fratello e venutogli a fastidio lo star solo, la prese di quarantotto anni, né l’ebbe affatica tenuta un anno, che amalatosi gravemente perdé la vista dell’occhio ritto e venne in dubbio e pericolo dell’altro. Pure, raccomandandosi a Dio, e fatto voto di vestire, come poi fece sempre, di bigio, si conservò per la grazia di Dio in modo la vista dell’altr’occhio, che l’opere sue fatte nell’età di sessantacinque anni erano tanto ben fatte e con pulitezza e diligenza, che è una maraviglia; di maniera che mostrando una volta il Duca di Ferrara a papa Paulo Terzo un trionfo di Bacco a olio lungo cinque braccia e la calunnia d’Apelle, fatti da Benvenuto in detta età con i disegni di Raffaello da Urbino, i quali quadri sono sopra certi camini di sua eccellenza, restò stupefatto quel Pontefice che un vecchio di quell’età con un occhio solo avesse condotti lavori così grandi e così begli. Lavorò Benvenuto venti anni continui, tutti i giorni di festa, per l’amor di Dio, nel monasterio delle monache di San Bernardino, dove fece molti lavori d’importanza a olio, a tempera et a fresco; il che fu certo maraviglia e gran segno della sincera e sua buona natura, non avendo in quel luogo concorrenza et avendovi nondimeno messo non manco studio e diligenza di quello che arebbe fatto in qualsivoglia altro più frequentato luogo. Sono le dette opere di ragionevole componimento, con bell’arie di teste, non intrigate e fatte certo con dolce e buona maniera. A molti discepoli che ebbe Benvenuto, ancor che insegnasse tutto quello che sapeva più che volentieri per farne alcuno eccellente, non fece mai in loro frutto veruno, et in cambio di essere da loro della sua amorevolezza ristorato, almeno con gratitudine d’animo, non ebbe mai da essi se non dispiaceri, onde usava dire non avere mai avuto altri nemici che i suoi discepoli e garzoni. L’anno 1550, essendo già vecchio, ritornatogli il suo male degli occhi, rimase cieco del tutto, e così visse nove anni, la quale disaventura sopportò con paziente animo, rimettendosi al tutto nella volontà di Dio. Finalmente pervenuto all’età di 78 anni, parendogli pur troppo essere in quelle tenebre vivuto, e rallegrandosi della morte con speranza d’aver a godere la luce eterna, finì il corso della vita l’anno 1559, a dì 6 di settembre, laciando un figliuolo maschio chiamato Girolamo, che è persona molto gentile, et una femmina. Fu Benvenuto persona molto da bene, burlevole, dolce nella conversazione e paziente e quieto in tutte le sue avversità; si dilettò in giovanezza della scherma e di sonare il liuto, e