Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/236

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nicchia grande di quattro grandissime che ne sono in quel tempio, dirimpetto a quella dove avea fatto la sopra detta opera col disegno di Giulio; per che, messovi mano, vi condusse a buon termine l’adorazione de’ Magi con buon numero di belle figure, facendo nel medesimo arco piano, come si disse nella vita del Mazzuoli, e le vergini prudenti e lo spartimento de’ rosoni di rame. Ma restandogli anche a fare quasi un terzo di quel lavoro, si morì, onde fu fornito da Bernardo Soiaro cremonese, come diremo poco appresso. Di mano del detto Michelagnolo è nella medesima città in San Francesco la capella della Concezzione, et in San Pier martire alla capella della croce una gloria celeste. Ieronimo Mazzuoli, cugino di Francesco, come s’è detto, seguitando l’opera nella detta chiesa della Madonna, stata lasciata dal suo parente imperfetta, dipinse un arco con le vergini prudenti e l’ornamento de’ rosoni; e dopo nella nicchia di testa, dirimpetto alla porta principale, dipinse lo Spirito Santo discendente in lingue di fuoco sopra gl’Apostoli, e nell’altro arco piano et ultimo la Natività di Gesù Cristo, la quale, non essendo ancor scoperta, ha mostrata a noi questo anno 1566 con molto nostro piacere, essendo per opera a fresco bellissima veramente. La tribuna grande di mezzo della medesima Madonna della Steccata, la quale dipigne Bernardo Soiaro pittore cremonese, sarà anch’ella, quando sarà finita, opera rara e da poter star con l’altre che sono in quel luogo; delle quali non si può dire che altri sia stato cagione, che Francesco Mazzuola, il quale fu il primo che cominciasse con bel giudizio il magnifico ornamento di quella chiesa stata fatta, come si dice, con disegno et ordine di Bramante. Quanto agl’artefici delle nostre arti mantoani, oltre quello che se n’è detto insino a Giulio Romano, dico che egli seminò in guisa la sua virtù in Mantoa e per tutta Lombardia, che sempre poi vi sono stati di valentuomini e l’opere sue sono più l’un giorno che l’altro conosciute per buone e laudabili. E se bene Giovambattista Bertano, principale architetto delle fabriche del Duca di Mantoa, ha fabricato nel castello, sopra dove son l’acque et il corridore molti appartamenti magnifici e molto ornati di stucchi e di pitture, fatte per la maggior parte da Fermo Guisoni, discepolo di Giulio e da altri, come si dirà, non però paragonano quelle fatte da esso Giulio. Il medesimo Giovambattista in Santa Barbara, chiesa del castello del Duca, ha fatto fare col suo disegno a Domenico Brusasorzi una tavola a olio nella quale, che è veramente da essere lodata, è il martirio di quella Santa; costui, oltre ciò, avendo studiato Vitruvio, ha sopra la voluta ionica, secondo quell’autore, scritta e mandata fuori un’opera come ella si volta; et alla casa sua di Mantoa nella porta principale ha fatto una colonna di pietra intera, et il modano dell’altra in piano con tutte le misure segnate di detto ordine ionico, e così il palmo, l’once, il piede et il braccio antichi, acciò chi vuole possa vedere se le dette misure son giuste o no. Il medesimo, nella chiesa di San Piero, Duomo di Mantoa, che fu opera et architettura di detto Giulio Romano, perché rinovandolo gli diede forma nuova e moderna, ha fatto fare una tavola per ciascuna capella di mano di diversi pittori, e due n’ha fatte fare con suo disegno al detto Fermo Guisoni: cioè una a Santa Lucia, dentrovi la detta Santa con due putti, et un’altra a San Giovanni Evangelista. Un’altra simile ne fece fare a Ippolito Costa mantoano, nella quale