Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/235

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Primaticcio abbate di San Martino, con i disegni del quale ha fatto Niccolò in quelle parti molte opere, come si dirà nella vita di esso Primaticcio. Giovambattista, parimente emulo di detto Niccolò, ha molte cose lavorato in Roma et altrove, ma particolarmente in Perugia, dove ha fatto in San Francesco, alla cappella del signor Ascanio della Cornia, molte pitture della vita di Santo Andrea Apostolo, nelle quali si è portato benissimo. A concorrenza del quale Niccolò, Arrigo fiamingo, maestro di finestre di vetro, ha fatto nel medesimo luogo una tavola a olio, dentrovi la storia de’ Magi, che sarebbe assai bella se non fusse alquanto confusa e troppo carica di colori, che s’azuffano insieme e non la fanno sfuggire; ma meglio si è portato costui in una finestra di vetro disegnata e dipinta, da lui fatta in San Lorenzo della medesima città alla cappella di San Bernardino. Ma tornando a Battista, essendo ritornato dopo queste opere a Modana, ha fatto nel medesimo San Piero, dove Niccolò fece la tavola, due grandi storie dalle bande de’ fatti di San Piero e San Paulo, nelle quali si è portato bene oltre modo. Nella medesima città di Modana sono anco stati alcuni scultori degni d’essere fra i buoni artefici annoverati, perciò che oltre al Modanino, del quale si è in altro luogo ragionato, vi è stato un maestro chiamato il Modana, il quale in figure di terra cotta, grandi quanto il vivo e maggiori, ha fatto bellissime opere e fra l’altre una cappella in San Domenico di Modana, et in mezzo del dormentorio di San Piero a’ monaci Neri pure in Modana, una Nostra Donna, San Benedetto, Santa Iustina et un altro Santo, alle quali tutte figure ha dato tanto bene il colore di marmo, che paiono proprio di quella pietra, senzaché tutte hanno bell’aria di teste, bei panni et una proporzione mirabile. Il medesimo ha fatto in San Giovanni Vangelista di Parma nel dormentorio le medesime figure, et in San Benedetto di Mantova ha fatto buon numero di figure tutte tonde e grandi quanto il naturale, fuor della chiesa, per la facciata e sotto il portico in molte nicchie, tanto belle, che paiono di marmo. Similmente Prospero Clemente, scultore modanese, è stato ed è valentuomo nel suo esercizio, come si può vedere nel Duomo di Reggio nella sepoltura del vescovo Rangone di mano di costui, nella quale è la statua di quel prelato, grande quanto il naturale, a sedere con due putti molto ben condotti, la quale sepoltura gli fece fare il signor Ercole Rangone. Parimente in Parma nel Duomo sotto le volte è di mano di Prospero la sepoltura del beato Bernardo degl’Uberti fiorentino, cardinale e vescovo di quella città, che fu finita l’anno 1548 e molto lodata. Parma similmente ha avuto in diversi tempi molti eccellenti artefici e begl’ingegni come si è detto di sopra, perciò che oltre a un Cristofano Castelli, il quale fece una bellissima tavola in Duomo l’anno 1499, et oltre a Francesco Mazzuoli del quale si è scritto la vita, vi sono stati molti altri valentuomini. Il quale avendo fatto come si è detto alcune cose nella Madonna della Steccata e lasciato alla morte sua quell’opera imperfetta, Giulio Romano, fatto un disegno colorito in carta, il quale in quel luogo si vede per ognuno, ordinò che un Michelagnolo Anselmi sanese per origine, ma fatto parmigiano, essendo buon pittore, mettesse in opera quel cartone, nel quale è la coronazione di Nostra Donna: il che fece colui certo ottimamente, onde meritò che gli fusse allogata una