Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/242

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di mano del detto Alessandro in un quadro la conversione di San Paulo, et altre teste molto naturali e molto bene abbigliati di drappi e vestimenti; perciò che si dilettò molto costui di contrafare drappi d’oro, i quali usò di porre con molta diligenza addosso alle figure. Le teste di mano di costui sono vivissime e tengono della maniera di Raffaello da Urbino, e più ne terrebbono, se non fusse da lui stato tanto lontano. Fu genero d’Alessandro, Lattanzio Gambaro pittore bresciano, il quale avendo imparato, come s’è detto, l’arte sotto Giulio Campo veronese, è oggi il miglior pittore che sia in Brescia. È di sua mano ne’ monaci Neri di San Faustino la tavola dell’altar maggiore e la volta e le facce lavorate a fresco, con altre pitture che sono in detta chiesa. Nella chiesa ancora di San Lorenzo è di sua mano la tavola dell’altar maggiore, due storie che sono nelle facciate e la volta, dipinte a fresco quasi tutte di maniera. Ha dipinta ancora oltre a molte altre, la facciata della sua casa con bellissime invenzioni, e similmente il didentro; nella qual casa, che è da San Benedetto al Vescovado, vidi, quando fui ultimamente a Brescia, due bellissimi ritratti di sua mano, cioè quello d’Alessandro Moretto suo suocero, che è una bellissima testa di vecchio, e quello della figliuola di detto Alessandro, sua moglie. E se simili a questi ritratti fussero l’altre opere di Lattanzio, egli potrebbe andar al pari de’ maggiori di quest’arte; ma perché infinite son l’opere di man di costui, essendo ancor vivo basti per ora aver di queste fatto menzione. Di mano di Giangirolamo bresciano si veggiono molte opere in Vinezia et in Milano, e nelle dette case della Zecca sono quattro quadri di notte e di fuochi, molto belli. Et in casa Tomaso da Empoli in Vinezia è una Natività di Cristo finta di notte molto bella, e sono alcune altre cose di simili fantasie delle quali era maestro. Ma perché costui si adoperò solamente in simili cose e non fece cose grandi, non si può dire altro di lui, se non che fu capriccioso e sofistico, e che quello che fece merita di essere molto comendato. Girolamo Mosciano da Brescia, avendo consumato la sua giovanezza in Roma, ha fatto di molte bell’opere di figure e paesi, et in Orvieto nella principal chiesa di Santa Maria ha fatto due tavole a olio et alcuni Profeti a fresco, che son buon’opere; e le carte, che son fuori di sua mano stampate, son fatte con buon disegno. E perché anco costui vive e serve il cardinale Ippolito da Este nelle sue fabriche et acconcimmi che fa a Roma, a Tigoli et in altri luoghi, non dirò in questo luogo altro di lui. Ultimamente è tornato di Lamagna Francesco Richino, anch’egli pittor bresciano, il quale, oltre a molte altre pitture fatte in diversi luoghi, ha lavorato alcune cose di pittura a olio nel detto San Piero Oliveto di Brescia, che sono fatte con studio e molta diligenza. Cristofano e Stefano fratelli e pittori bresciani hanno appresso gl’artefici gran nome nella facilità del tirare di prospettiva, avendo fra l’altre cose in Vinezia, nel palco piano di Santa Maria dell’Orto, finto di pittura un corridore di colonne doppie atorte e simili a quelle della porta santa di Roma in San Piero, le quali, posando sopra certi mensoloni che sportano in fuori, vanno facendo in quella chiesa un superbo corridore con volte a crocera intorno intorno, et ha quest’opera la sua veduta nel mezzo della chiesa con bellissimi scorti, che fanno restar chiunche la