Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/271

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del gran consiglio, et una Orazio figliuolo di Tiziano, il Tintoretto dipinse nella sua Federigo Barbarossa coronato dal Papa, figurandovi un bellissimo casamento et intorno al Pontefice gran numero di cardinali e di gentiluomini viniziani, tutti ritratti di naturale, e da basso la musica del Papa, nel che tutto si portò di maniera, che questa pittura può stare a canto a quella di tutti e d’Orazio detto, nella quale è una battaglia fatta a Roma fra i todeschi del detto Federigo et i romani, vicina a Castel Sant’Agnolo et al Tevere; et in questa è fra l’altre cose un cavallo in iscorto che salta sopra un soldato armato, che è bellissimo; ma vogliono alcuni che in quest’opera Orazio fusse aiutato da Tiziano suo padre. Appresso a queste Paulo Veronese, del quale si è parlato nella vita di Michele San Michele, fece nella sua il detto Federigo Barbarossa che apprestatosi alla corte bacia la mano a papa Ottaviano in pregiudizio di papa Alessandro Terzo, et oltre a questa storia, che fu bellissima, dipinse Paulo sopra una finestra quattro gran figure: il Tempo, l’Unione con un fascio di bacchette, la Pacienza e la Fede, nelle quali si portò bene quanto più non saprei dire. Non molto dopo, mancando un’altra storia in detta sala, fece tanto il Tintoretto con mezzi e con amici, ch’ella gli fu data a fare, onde la condusse di maniera, che fu una maraviglia e che ella merita di essere fra le migliori cose, che mai facesse, annoverata: tanto poté in lui il disporsi di voler paragonare, se non vincere e superare, i suoi concorrenti che avevano lavorato in quel luogo. E la storia che egli vi dipinse, acciò anco da quei che non sono dell’arte sia conosciuta, fu papa Alessandro che scomunica et interdice Barbarossa, et il detto Federigo che per ciò fa che i suoi non rendono più ubidienza al Pontefice. E fra l’altre cose capricciose che sono in questa storia, quella è bellissima dove il Papa et i cardinali, gettando da un luogo alto le torce e candele, come si fa quando si scomunica alcuno, è da basso una baruffa d’ignudi che s’azzuffano per quelle torce e candele, la più bella e più vaga del mondo. Oltre ciò, alcuni basamenti, anticaglie e ritratti di gentiluomini, che sono sparsi per questa storia, sono molto ben fatti e gl’acquistarono grazia e nome appresso d’ognuno, onde in S. Rocco, nella capella maggiore, sotto l’opera del Pordenone, fece duoi quadri a olio grandi quanto è larga tutta la capella, cioè circa braccia dodici l’uno. In uno finse una prospettiva come d’uno spedale pieno di letta e d’infermi in varie attitudini, i quali sono molto medicati da Santo Rocco, e fra questi sono alcuni ignudi molto bene intesi et un morto in iscorto che è bellissimo; nell’altro è una storia parimente di Santo Rocco piena di molto belle e graziose figure et insomma tale ch’ell’è tenuta delle migliori opere che abbia fatto questo pittore; a mezza la chiesa in una storia della medesima grandezza fece Gesù Cristo che alla probatica piscina sana l’infermo, che è opera similmente tenuta ragionevole. Nella chiesa di Santa Maria dell’Orto, dove si è detto di sopra che dipinsero il palco Cristofano et il fratello, pittori bresciani, ha dipinto il Tintoretto le due facciate, cioè a olio sopra tele, della capella maggiore, alte dalla volta insino alla cornice del sedere braccia ventidue. In quella che è a man destra ha fatto Moisè, il quale tornando dal monte dove da Dio aveva avuta la legge, truova il popolo che adora il vitel d’oro, e dirimpetto a questa, nell’altra, è il Giudizio Universale del novissimo giorno, con una stravagante invenzione