Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/468

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Andato poi Paris a Milano, fece nella chiesa di San Celso in una tavola alcune figure in aria, e sotto un bellissimo paese, secondo che si dice, a istanza del signor Carlo da Roma, e nel palazzo del medesimo due gran quadri a olio: in uno Venere e Marte sotto la rete di Vulcano, e nell’altro il re Davit che vede lavare Bersabè dalle serve di lei alla fonte, et appresso il ritratto di quel signore e quello della signora Paula Visconti sua consorte, et alcuni pezzi di paesi non molto grandi, ma bellissimi. Nel medesimo tempo dipinse molte favole d’Ovidio al marchese d’Astorga, che le portò seco in Ispagna. Similmente al signor Tommaso Marini dipinse molte cose, delle quali non accade far menzione. E questo basti aver detto di Paris, il quale essendo d’anni settantacinque, se ne sta con sua comodità in casa quietamente, e lavora per piacere a richiesta d’alcuni prìncipi et altri amici suoi, fuggendo la concorrenza e certe vane ambizioni per non essere offeso e perché non gli sia turbata una sua somma tranquillità e pace da coloro che non vanno (come dice egli) in verità, ma con doppie vie, malignamente e con niuna carità, là dove egli è avezzo a vivere semplicemente e con una certa bontà naturale, e non sa sottilizzare, né vivere astutamente. Ha costui ultimamente condotto un bellissimo quadro per la duchessa di Savoia, d’una Venere con Cupido, che dormono custoditi da un servo, tanto ben fatti, che non si possono lodare a bastanza. Ma qui non è da tacere che quella maniera di pittura, che è quasi dismessa in tutti gl’altri luoghi, si mantien viva dal serenissimo senato di Vinezia, cioè il musaico; perciò che di questo è stato quasi buona e principal cagione Tiziano, il quale quanto è stato in lui ha fatto opera sempre che in Vinezia sia esercitato e fatto dare onorate provisioni a chi ha di ciò lavorato. Onde sono state fatte diverse opere nella chiesa di San Marco e quasi rinovati tutti i vecchi e ridotta questa sorte di pittura a quell’eccellenza che può essere et ad altro termine, ch’ella non fu in Firenze et in Roma al tempo di Giotto, d’Alesso Baldovinetti, del Ghirlandai e di Gherardo miniatore. E tutto che si è fatto in Vinezia è venuto dal disegno di Tiziano e d’altri eccellenti pittori, che n’hanno fatto disegni e cartoni coloriti, acciò l’opere si conducessino a quella perfezzione a che si veggiono condotte quelle del portico di San Marco, dove in una nicchia molto bella è il giudizio di Salamone tanto bello, che non si potrebbe in verità con i colori fare altrimenti. Nel medesimo luogo è l’albero di Nostra Donna di mano di Lodovico Rosso, tutto pieno di Sibille e Profeti fatti d’una gentil maniera, ben commessa e con assai e buon rilievo. Ma niuno ha meglio lavorato di quest’arte a’ tempi nostri, che Valerio e Vincenzio Zuccheri trivisani, di mano de’ quali si veggiono in San Marco diverse e molte storie, e particolarmente quella dell’Apocalisse, nella quale sono d’intorno al trono di Dio i quattro Evangelisti in forma d’animali, i sette candelabri et altre molte cose, tanto ben condotte, che guardandole da basso paiono fatte di colori con i pennelli a olio; oltra che si vede loro in mano et appresso quadretti piccoli pieni di figurette fatte con grandissima diligenza; in tanto, che paiono non dico pitture, ma cose miniate, e pure sono di pietre commesse. Vi sono anco molti ritratti di Carlo Quinto imperatore, di Ferdinando suo fratello, che a lui succedette nell’imperio, e Massimiliano