Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/484

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loro. Ma la maggiore opera e più segnalata che abbia fatta il Danese è stato in Verona a Santa Anastasia una cappella di marmi ricca, e con figure grandi, al signor Ercole Fregoso in memoria del signor Iano, già signor di Genova e poi capitano generale de’ viniziani, al servizio de’ quali morì. Questa opera è d’ordine corinto in guisa d’arco trionfale, e divisata da quattro gran colonne tonde striate, con i capitegli a foglie di oliva, che posano sopra un basamento di conveniente altezza, facendo il vano del mezzo largo una volta più che uno di quelli dalle bande, con un arco fra le colonne, sopra il quale posa in su capitegli l’architrave e la cornice, e nel mezzo dentro all’arco uno ornamento molto bello di pilastri con cornice e frontespizio, col campo d’una tavola di paragone nero bellissimo, dove è la statua d’un Cristo ignudo maggior del vivo, tutta tonda e molto buona figura, la quale statua sta in atto di mostrare le sue piaghe, con un pezzo di panno rilegato nei fianchi fra le gambe e fino in terra. Sopra gl’angoli dell’arco sono segni della sua Passione, e tra le due colonne, che sono dal lato destro, sta sopra un basamento una statua tutta tonda, fatta per il signor Iano Fregoso tutta armata all’antica, salvo che mostra le braccia e le gambe nude, e tiene la man manca sopra il pomo della spada, che ha cinta, e con la destra il bastone [di] generale, avendo dietro per investitura, che va dreto alle colonne, una Minerva di mezzo rilievo, che stando in aria tiene con una mano una bacchetta ducale, come quella de’ dogi di Vinezia, e con l’altra una bandiera, drentovi l’insegna di San Marco, e tra l’altre due colonne nell’altra investitura è la Virtù militare armata col cimiero in capo, con il semprevivo sopra e con l’impresa nella corazza d’uno ermellino che sta sopra uno scoglio circondato dal fango, con lettere che dicano: "Potius mori quam faedari", e con l’insegna Fregosa; e sopra è una Vittoria con una ghirlanda di lauro et una palma nelle mani. Sopra la colonna, architrave, fregio e cornice è un altro ordine di pilastri, sopra le cimase de’ quali stanno due figure di marmo tonde e due trofei pur tondi e della grandezza delle altre figure. Di queste due statue una è la Fama in atto di levarsi a volo, accennando con la man dritta al cielo e con una tromba che suona, e questa ha sottili e bellissimi panni attorno e tutto il resto ignuda, e l’altra è fatta per la Eternità, la quale è vestita con abito più grave e sta in maestà, tenendo nella man manca un cerchio dove ella guarda, e con la destra piglia un lembo di panno dentrovi palle, che denotano vari secoli, con la sfera celeste cinta dalla serpe, che con la bocca piglia la coda; nello spazio del mezzo sopra il cornicione che fa fare e mette in mezzo queste due parti, sono tre scaglioni dove seggano due putti grandi et ignudi, i quali tengono un grande scudo con l’elmo sopra, drentovi l’insegna Fregosa, e sotto i detti scalini è di paragone un epitaffio di lettere grandi dorate. La quale tutta opera è veramente degna d’essere lodata, avendola il Danese condotta con molta diligenza, e dato bella proporzione e grazia a quel componimento, e fatto con gran studio ciascuna figura. È il Danese non pure, come s’è detto, eccellente scultore, ma anco buono e molto lodato poeta, come l’opere sue ne dimostrano apertamente, onde ha sempre praticato et avuto stretta amicizia con i maggiori uomini e più virtuosi dell’età nostra. E di ciò