Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/493

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fra’ Guglielmo modelli di cera per tre altari di San Piero, Cristo deposto di croce, il ricevere Pietro le chiavi della Chiesa e la venuta dello Spirito Santo, che tutte sarebbono belle storie. Insomma ha costui avuto et ha occasione grandissima di affaticarsi e fare dell’opere, avenga che l’uffizio del Piombo è di tanto gran rendita, che si può studiare et affaticarsi per la gloria, il che non può fare chi non ha tante comodità. E nondimeno non ha condotto fra’ Guglielmo opere finite dal 1547 infino a questo anno 1567, ma è proprietà di chi ha quell’uffizio impigrire e diventare infingardo. E che ciò sia vero, costui innanzi che fusse frate del Piombo condusse molte teste di marmo et altri lavori, oltre quelli che abbiàn detto. È ben vero che ha fatto quattro gran Profeti di stucco, che sono nelle nicchie fra i pilastri del primo arco grande di San Piero; si adoperò anco assai ne’ carri della festa di Testaccio et altre mascherate, che già molti anni sono si fecero in Roma. È stato creato di costui un Guglielmo Tedesco, che fra l’altre opere ha fatto un molto bello e ricco ornamento di statue piccoline di bronzo, imitate dall’antiche migliori, a uno studio di legname (così gli chiamano), che il conte di Pitigliano donò al signor duca Cosimo; le quali figurette son queste: il cavallo di Campidoglio, quelli di Monte Cavallo, gl’Ercoli di Farnese, l’Antimo et Apollo di Belvedere, e le teste de’ dodici imperatori con altre tutte ben fatte e simili altre proprie. Ha aùto ancora Milano un altro scultore che è morto questo anno, chiamato Tommaso Porta, il quale ha lavorato di marmo eccellentemente, e particolarmente ha contrafatto teste antiche di marmo che sono state vendute per antiche, e le maschere l’ha fatte tanto bene, che nessuno l’ha paragonato, et io ne ho una di sua mano di marmo posta nel camino di casa mia d’Arezzo, che ogni uno la crede antica. Costui fece di marmo quanto in naturale le dodici teste degli imperatori che furono cosa rarissima, le quali papa Giulio Terzo le tolse e gli fece dono della segnatura d’uno uffizio di scudi cento l’anno, e tenne non so che mesi le teste in camera sua, come cosa rara. Le quali, per opera si crede di fra’ Guglielmo su detto e d’altri che l’invidiavano, operorono contra di lui di maniera, che non riguardando alla degnità del dono fattogli da quel Pontefice gli furono rimandate a casa, dove poi con miglior condizione gli fur pagate da mercanti e mandate in Ispagna. Nessuno di questi imitatori delle cose antiche valse più di costui, del quale m’è parso degno che si faccia memoria di lui tanto più quanto egli è passato a miglior vita, lasciando fama e nome della virtù sua. Ha similmente molte cose lavorato in Roma un Lionardo milanese, il quale ha ultimamente condotto due statue di marmo, San Piero e San Paulo, nella cappella del cardinale Giovanni Riccio da Monte Pulciano, che sono molto lodate e tenute belle e buone figure. Et Iacopo e Tommaso Casignuola scultori hanno fatto per la chiesa della Minerva alla cappella de’ Caraffi la sepoltura di papa Paulo Quarto, con una statua di pezzi (oltre agl’altri ornamenti) che rappresenta quel Papa, col manto di mischio brocatello, et il fregio et altre cose di mischi di diversi colori, che la rendono maravigliosa. E così veggiamo questa giunta all’altre industrie degl’ingegni moderni, e che i scultori con i colori vanno nella scultura imitando la pittura. Il quale