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Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/53

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senza altri ornamenti di stucchi o d’altro, è tanto ben condotto e con bella grazia, che pare veramente di rilievo. In ciascuna, dunque, delle due teste di questa sala è un gran quadro, con una storia et in ciascuna faccia ne sono due, che mettono in mezzo un ottangolo: e così sono i quadri sei, e gl’ottangoli due, et in ciascuno di essi una storia. Nei canti della volta, dove è lo spigolo, è girato un tondo che piglia dell’una e dell’altra faccia per metà, e questi, essendo rotti dallo spigolo della volta, fanno otto vani; in ciascuno de’ quali sono figure grandi che siedono, figurate per uomini segnalati, ch’hanno difesa la republica et osservate le leggi. Il piano della volta nella maggiore altezza è diviso in tre parti, di maniera che fa un tondo nel mezzo sopra gli ottangoli a dirittura e due quadri sopra i quadri delle facciate. In uno adunque degl’ottangoli è una femmina con alcuni fanciulli attorno, che ha un cuore in mano per l’amore che si deve alla patria, nell’altro è un’altra femmina, con altri tanti putti fatta per la Concordia de’ cittadini. E queste mettono in mezzo una Iustizia, che è nel tondo, con la spada e bilancie in mano e questa scorta al di sotto in su, tanto gagliardamente, che è una maraviglia, perché il disegno et il colorito che ha a’ piedi comincia oscuro, va verso le ginocchia più chiaro, e così va facendo a poco a poco di maniera verso il torso, le spalle e le braccia, che la testa si va compiendo in un splendor celeste che fa parere che quella figura a poco a poco se ne vada in fumo. Onde non è possibile imaginare, non che vedere la più bella figura di questa, né altra fatta con maggior giudizio et arte fra quante ne furono mai dipinte, che scortassino al disotto in su. Quanto alle storie, nella prima della testa, entrando nel salotto a man sinistra, è Marco Lepido e Fulvio Flacco censori, i quali essendo fra loro nimici, subito che furono colleghi nel magistrato della censura, a benefizio della patria, deposto l’odio particolare, furono in quell’uffizio come amicissimi. E questi Domenico fece ginocchioni, che si abbracciano con molte figure attorno e con un ordine bellissimo di casamenti e tempii tirati in prospettiva tanto bene et ingegnosamente, che in loro si vede quanto intendesse Domenico la prospettiva. Nell’altra faccia segue in un quadro l’istoria di Postumio Tiburzio dittatore, il quale avendo lasciato alla cura dell’essercito et in suo luogo un suo unico figliuolo, comandandogli che non dovesse altro fare che guardare gl’alloggiamenti, lo fece morire per essere stato disubidiente et avere con bella occasione assaltati gli inimici et avutone vittoria; nella quale storia fece Domenico Postumio vecchio e raso con la man destra sopra le scuri e con la sinistra che mostra all’essercito il figliuolo in terra morto, in iscorto molto ben fatto. E sotto questa pittura, che è bellissima, è una inscrizione molto bene accommodata. Nell’ottangolo che segue, in mezzo è Spurio Cassio il quale, il senato romano dubitando che non si facesse re, lo fece decapitare e rovinargli le case; et in questa, la testa che è a canto al carnefice et il corpo, che è in terra in iscorto, sono bellissimi. Nell’altro quadro è Publio Muzio Tribuno che fece abbruciare tutti i suoi colleghi tribuni, i quali aspiravano con Spurio alla tirannide della patria; et in questa il fuoco che arde que’ corpi è benissimo fatto e con molto artifizio. Nell’altra testa del salotto, in un altro quadro è Codro ateniese il quale, avendo detto l’oracolo che la vittoria sarebbe da quella parte della quale il re sarebbe dagli