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Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/54

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inimici morto, deposte le vesti sue, entrò sconosciuto fra gli nemici, e si fece uccidere; dando a’ suoi, con la propria morte, la vittoria. Domenico dipinse costui a sedere et i suoi baroni a lui d’intorno, mentre si spoglia appresso a un tempio tondo, bellissimo. E nel lontano della storia si vede quando egli è morto, col suo nome sotto in un epitaffio. Voltandosi poi all’altra facciata lunga dirimpetto a’ due quadri, che mettono in mezzo l’ottangolo, nella prima storia è Seleuco prencipe, il quale fece cavare un occhio a sé et un al figliuolo per non violar le leggi, dove molti gli stanno intorno pregando che non voglia essere crudele contra di sé e del figliuolo, e nel lontano è il suo figliuolo che fa violenza a una giovane, e sotto vi è il suo nome in un epitaffio. Nell’ottangolo che è a canto a questo quadro è la storia di Marco Manilio fatto precipitare dal Campidoglio; la figura del Marco è un giovane gettato da alcuni ballatoi, fatta in uno scorto con la testa all’ingiù tanto bene che par viva, come anco paiono alcune figure che sono a basso. Nell’altro quadro è Spurio Melio, che fu dell’ordine de’ cavalieri, il quale fu ucciso da Servilio tribuno per avere sospettato il popolo che si facesse tiranno della patria. Il quale Servilio sedendo con molti a torno, uno ch’è nel mezzo mostra Spurio in terra morto, in una figura fatta con molta arte. Ne’ tondi poi, che sono ne’ cantoni dove sono le otto figure, sono molti uomini stati rarissimi per avere difesa la patria. Nella parte principale è il famosissimo Fabio Massimo a sedere et armato. Dall’altro lato è Speusippo duca de’ Tegeti il quale, volendogli persuader un amico che si levasse dinanzi un suo avversario et emulo, rispose non volere, da particolar interesse spinto, privare la patria d’un sì fatto cittadino. Nel tondo, che è nell’altro canto che segue, è da una parte Celio pretore, che per avere combattuto contra il consiglio e volere degl’aruspici, ancor che vincesse et avesse la vittoria fu dal senato punito: et a lato gli siede Trasibulo che, accompagnato da alcuni amici, uccise valorosamente trenta tiranni per liberar la patria: e questi è un vecchio raso con i capegli bianchi, il quale ha sotto il suo nome, sì come hanno anco tutti gl’altri. Dall’altra parte, nel cantone disotto in un tondo, è Genuzio Cippo pretore, al quale, essendosi posto in testa un ucello prodigiosamente con l’ali in forma di corna, fu risposto dall’oracolo che sarebbe re della sua patria, onde egli elesse, essendo già vecchio, d’andare in esilio per non soggiogarla. E perciò fece a costui Domenico uno ucello in capo. Appresso a costui siede Caronda, il quale essendo tornato di villa et in un subito andato in senato senza disarmarsi, contra una legge che voleva che fusse ucciso chi entrasse in senato con arme, uccise se stesso, accortosi dell’errore. Nell’ultimo tondo dall’altra parte è Damone e Pitia, la singolar amicizia de’ quali è notissima, e con loro è Dionisio tiranno di Sicilia. Et allato a questi siede Bruto, che per zelo della patria condannò a morte due suoi figliuoli perché cercavano di far tornare alla patria i Tarquini. Quest’opera, adunque, veramente singolare, fece conoscere a’ sanesi la virtù e valore di Domenico, il quale mostrò in tutte le sue azzioni arte, giudizio et ingegno bellissimo. Aspettandosi, la prima volta che venne in Italia l’imperator Carlo V, che andasse a Siena per averne dato intenzione agl’ambasciadori di quella republica, fra l’altre cose che si fecero magnifiche e grandissime per ricevere un sì grande imperatore, fece Domenico un cavallo di tondo rilievo, di braccia otto, tutto