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‘DEGL’AC CADEMICI 577

due Feciali, c6isRomana Togha di verminacea ghirlanda adorni, et cò una Troia, et un sallo in mano, denotante laspetie del giuramento, chefare eran soliti, quando per il popul Romano alcuna cosa promettevano: dietro a qua li si vedevan venir poislereligiolecirimonie della guerrafeguitando ) con lagabinia, et purpurea Toga un Consolo Romano con Pl’astecin mano, ercò luidue Romani Senatori toghati anch’eslizet due soldati con tutte l’armi, et con il Romano Pilo: seguitando ultimamente perche questa, etrutte l’altre squadre chiudessero di gialli, et bianchi, et di leohnati drappi adorna, econ di versi instrumenti da batter le monete in mano lapecuniazil cui uso per qua toficrede, fu da Iano primieramente(come cola al genere humano necellaria)titrovato, etintrodotto,

Talifuronoi Carri, et le squadre della merauigliosa, et non maipiutalve duta Mascherara, ne che forse maipiva giorni nostri farà per ucderhi, intorno alla quale lasciando stare come troppo gran peso per le mie spallele immense, etincomparabililodi che conueneuoh le farebbero; molto giud: tiosamenteerano state ordinate sei ricchislime Maschere, che molto Fene con tutta l’inuentione confacendosi, si uidero qua, et la aguisa di sctgenzi, anzi pure di Capitani lecondo, che mestiero faceva trascorrere, et tenere la lunghislima fila, che circa un mezo miglio di cammino occupava, con decoto, et con gratia insieme ordinatazetristretta.

Ma auuicinadosi hora mai lafinc dello splendido, etlietiffimo carnovale,

«che uiepiu lieto, etcon uiepiu splendore stato celcbrato farebbe, se l’impor

tunamortedi Pio quarto, poco innanzi seguita non hauesle disturbato una buona quarità di Reuerendislimi Cardinali, etaltrisignori principaliMmi, che di rutta Italia, alle realissime noze inuitati, si erano p venire apparecchia ti: etlasciado stare le leggiadre, et ricche, erinfinite inuentioni nelle spicciolate Maschere(mercè degl’innamoratigiovani)uedurtesi non pureagl’infinuti couitietad altri si fatti rirronamén, ma hora in qsto luogo, et hora in gl lozoue si ropesfin lancie, o si corresse all’Anello, od, oue si tacesle in mill’altri giuochi fimuli paragone della destreza, et del valore; zer dell’ultima festa, che Pultimo giorno di eslo si uide solo trattado, dirò; che quatunque tate, et fira re, erfi ricche, etingegnose cole, d1 quite difopra mention s’è fatto vedutesì fussero, che qsta nondimeno, per la piaceuoleza del giuocho, ct p laticcheza erper P’emulatione, et competenza, cheui si scorge ne nostri Artefici, dicui pareva ad alcuni(come auuviene)deslere staii nelle cole fatte lasciatiin dietro, etpunacerta stravagazaet varietà dell’inuentioni, di che altre belle, et ingegnole, etaltre anche ridicole, et goffe fidimostrarono: apparte dico di molto vaga, et straordinaria belleza, anch’elia, etanch’ella dette in tata satie rà al riguardare popolo diletto, et piacere p auvérura iafpettato, et merauiglioso: et qsta fu una Bufolata, coposta, distira in diece squadre distribuite ol teaqlle, chei lourani Principi ple tolsero, parte ne Sig. della Corte, et fore stierier parte negétil’huomini della città, etnelle duc nattoni de mercanti Spagnuota, et Genouelse. Videli adunqueprimieraméte; zer sula prima Bufola, che alla destinata piaza coparse venire con grandarte, ergiuditio sdor nata la Scelerateza, che da fer Cavalieri ingegnofillimamére ach’effi pil Fla . gello, ò pi Flagelli figurati, pareva; che cacciata, ct stimolara, cr pcofla fusle,

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