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ARCHITETTVRA 23
a quartabuono in contrario, che ricreſca di dentro, accio ſi ſtringa nel Dado, e ſerri a guiſa d arco. E dinanzi la groſſezza dell’ottauo, vada a piombo, & il ſimile faccia l’altra parte di là, all’altro dado. E coſi ſi faccia ſopra la colo͂na, che il pezzo del mezzo di detto fregio ſtringa di dentro, e ſia intaccato a quartabuona inſino a mezo. L’altra meza ſia ſquadrata, e diritta, e meſſa a caſſetta, ᵱche ſtringa a vſo d’arco, moſtrando di fuori eſſere murata diritta. facciaſi poi, che le pietre di detto fregio non posino ſopra l’architraue, e non s’accoſtino vn dito: percioche facendo arco viene a reggerſi da ſe, e non caricar l’architraue. facciaſi poi dalla parte di dentro, per ripieno di detto fregio vn’arco piano di Mattoni alto quanto il fregio, che ſtringa fra dado, e dado ſopra le colo͂ne. facciaſi dipoi vn pezzo di cornicione largo quanto il dado ſopra le colo͂ne, il quale habbia le commettiture dinanzi, come il fregio, e di dentro ſia detta cornice, come il dado a quartabuono, vſando diligenza, che ſi faccia, come il fregio, la cornice di tre pezzi, de’ quali, due dalle bande ſtringhino di dentro a caſſetta il pezzo di mezzo della cornice ſopra il dado del fregio. E auertaſi, che il pezzo di mezzo della cornice vada per canale a caſſetta in modo, che ſtringa in due pezzi dalle bande, e ſerri a guiſa d’arco. Et i͂ queſto modo di far puo veder ciaſcuno, che il fregio ſi regge da ſe, & coſi la cornice, laquale poſa quaſi tutta in ſull’arco di Mattoni. E coſi aiutandoſi ogni coſa da per ſe, non viene a regger l’architraue altro, che il peſo di ſe ſteſſo ſenza pericolo di romperſi giamai per troppo peſo. E perche la ſperienza ne dimoſtra queſto modo eſſer ſicuriſsimo, ho voluto farne particulare mentione a commodo, et beneficio vniuerſale, E maſsimamente conoſcendoſi, che il mettere, come gl’antichi fecero, il fregio, et la cornice ſopra l’Architraue, che egli ſi rompe in ſpatio di tempo, et forſe per accidente di terremuoto, ò d’altro, non lo defendendo a baſtanza l’arco, che ſi fa ſopra il detto cornicione. Ma girando Archi ſopra le cornici fatte in queſta forma, incantenandolo al ſolito di ferri, aſsicura il tutto da ogni pericolo, e fa eternamente durar l’edificio.

Diciamo adunque per tornar a propoſito, che queſta ſorte di lauoro ſi può vſare ſolo da ſe, & anchora metterlo nel ſecondo ordine da baſſo ſopra il Ruſtico; & alzando metterui ſopra vn’altro ordine variato, come Ionico, o Corinto, o compoſto; nella maniera che moſtrarono gli antichi nel Culiſeo di Roma, nelquale ordinatamente vſarono arte, & giudicio. Perche hauendo i Romani tionfato non ſolo de’ Greci, ma di tutto il mondo; miſero l’opera compoſta in cima, per hauerla i Thoſcani compoſta di piu maniere. & la miſero ſopra tutte, come ſuperiore di forza, gratia, e bellezza, & come piu apparente dell’altre, hauendo a far corona all’edificio, che per eſſer ornata di be membri, fa nell’opra vn finimento honoratiſsimo, & da non deſiderarlo altrimenti. Et per tornare al lauoro Dorico, dico, che la colonna ſi fa di ſette teſte d’altezza; & il ſuo zoccolo ha da eſſere poco manco d’un quadro, & mezo di altezza, & larghezza vn quadro, facendoli poi ſopra le ſue cornici, & di ſotto la ſua faſcia col baſtone, & due piani, ſecondo che tratta Vitruuio: & la ſua baſe, & capitello tanto d’altezza vna, quanto l’altra, co͂putando del capitello dal collarino in ſu, la cornice ſua col fregio, & architraue appiccata, riſaltando a ogni dirittura di colonna con que’ canali, che gli chiamano Tigrifi ordinariamente, che vengono partiti fra vn riſalto, & l’altro vn quadro, dentroui o teſte


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