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que pietrificate, che pendono a guisa di radicioni fatti col tempo d’alcune congelazioni d’esse acque, ne’ luoghi dove elle son crude, e grosse; come non solo a Tigoli dove il fiume Teverone petrifica i rami degl’alberi, e ogn'altra cosa, che se gli pone inanzi, facendone di queste gomme, e tartari; ma ancora al lago di pie di Lupo, che le fa grandissime, et in Toscana al fiume d’Elsa, l’acque del quale le fa in modo chiare, che paiono di marmi, di vitriuoli, e d’allumi. Ma bellissime e bizarre sopra tutte l’altre si sono trovate dietro monte Morelle, pure in Thoscana; vicino otto miglia a Fiorenza. Et di questa sorte ha fatte fare il Duca Cosimo, nel suo giardino dell’olmo a Castello gli ornamenti rustici delle fontane fatte dal Tribolo scultore. Queste levate donde la natura l’ha prodotte si vanno accommodando nell’opera, che altri vuol fare, con spranghe di ferro, con rami impiombati, o in altra maniera. E s’innestano nelle pietre in modo, che sospesi pendino. E murando quelli addosso all’opera Thoscana, si fa, che essa in qualche parte si veggia. Accommodando poi fra essi cave di piombo ascose, e spartiti per quelle i buchi, versano zampilli d’acque, quando si volta una chiave, chè nel principio di detta cannella, et cosi si fanno condotti d’acque, et diversi Zampilli: dove poi l’acqua piove per le colature di questi tartari; et colando fa dolcezza nell’udire, e bellezza nel vedere. Se ne fa anchora di un’altra specie di grotte piu rusticamente composte contrafacendo le fonti alla salvatica in questa maniera.

     Pigliansi sassi spugnosi, et commessi, che sono insieme si fa nascervi herbe sopra; lequali con ordine, che paia disordine et salvatico, si rendon molto naturali, et piu vere. Altri ne fanno di stucco piu pulite, et lisce, nelle quali mescolano l’uno, et l’altro. Et mentre quello è fresco, mettono fra esso per fregi, et spartimenti, gongole, telline, chiocciole maritime, tartarughe, e nicchi grandi, et piccoli, chi a ritto, et chi a rovescio. Et di questi fanno vasi, et festoni, in che cotali telline figurano le foglie; et altre chiocciole, e i nicchi fanno le frutte; et scorze di testuggine d’acqua vi si pone. Come si vede alla vigna, che fece fare Papa Clemente settimo quando era Cardinale, a pie di Monte Mario, per consiglio di Giovanni da Udine.

Cosi si fa anchora in diversi colori un musaico rustico, et molto bello, pigliando piccoli pezzi di colature di mattoni disfatti, e troppo cotti nella fornace, et altri pezzi di colature di vetri, che vengono fatte, quando pel troppo fuoco scoppiano le padelle de’ vetri nella fornace, si fa dico murando i detti pezzi fermandogli nello stucco, come s’è detto disopra, et facendo nascere tra essi coralli, et altri ceppi maritimi; iquali recano in se gratia, et bellezza grandissima.

Cosi si fanno animali, et figure, che si cuoprono di smalti in varij pezzi posti alla grossa, et con le nicchie sudette; le quali sono bizarra cosa a vederle. Et di questa specie n’è a Roma fatte moderne di molte fontane, lequali hanno desto l’animo d’infiniti a essere per tal diletto vaghi di si fatto lavoro. E hoggi similmente in uso un’altra sorte d’ornamento per le fontane, rustico affatto; il quale si fa in questo modo. fatta disotto l’ossature delle figure, o d’altro, che si voglia fare, et coperte di calcina, o di stucco, si ricuopre il di fuori, a guisa di musaico di pietre di marmo bianco, o d’altro colore, secondo quello, che si ha da fare; o vero di certe piccole pietre di ghiaia, di diversi colori, e queste quando sono con diligenza lavorate hanno lunga vita. E lo stucco, con che si murano, e


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