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ARCHITETTURA 27
cantoni, et per tutto con terra, accioche la mistura non coli sotto, quando si getta. Et cosi armata sopra quel piano di tavole, si fanno casse di legno, che in contrario siano lavorate, dove un cavo rilievo, et cosi le cornici, e i membri che far ci vogliamo, siano in contrario; accio quando la materia si getta, venga dov’è cavo di rilievo, et dove è rilievo, cavo, et cosi similmente vogliono essere tutti i membri delle cornici al contrario scorniciati. Se si vuol fare pulita, o intagliata medesimamente è necessario haver forme di legno, che formino di terra le cose intagliate in cavo; et si faccin d’essa terra le piastre quadre di tali intagli, et quelle si commettino l’uno all’altra su piani, o gola, o fregi, che far si vogliono diritto per quella armadura. Et finita di coprir tutta de gli intagli di terra formati in cavo, et commessi gia di sopra detti, si debbe poi pigliare la calce, con pozzolana, o rena vagliata sottile stemperata liquida, et alquanto grassa; et di quella fare egualmente una incrostatura per tutte, fin che tutte le forme sian piene. Et appresso sopra co i mattoni far la volta alzando quegli, et abbassando, secondo che la volta gira, et di continuo si conduca con essi crescendo, sino ch’ella sia serrata. Et finita tal cosa si debbe poi lasciare fare presa, et assodare, fin che tale opra sia ferma, et secca. Et da poi quando i puntelli si levano, et la volta si disarma, facilmente la terra si leva; et tutta l’opera resta intagliata, et lavorata, come se di stucco fosse condotta; et quelle parti, che non son venute, si vanno con lo stucco ristaurando, tanto, che si riducano a fine. Et cosi si sono condotte ne gli edifici antichi tutte l’opre, lequali hanno poi di stucco lavorate sopra a quelle. Cosi hanno ancora hoggi fatto i moderni nelle volte di San Pietro: et molti altri maestri per tutta Italia.

Hora volendo mostrare, come lo stucco s’impasti, si fa con un’edificio in uno mortaio di pietra pestare la scaglia di marmo: ne si toglie per quell’altro, che la calce, che sia bianca, fatta o di scaglia di marmo, o di trevertino; et in cambio di rena si piglia il marmo pesto, et si staccia sottilmente, et impastasi con la calce, mettendo due terzi calce, et un terzo marmo pesto, et se ne fa del piu grosso, et sottile, secondo che si vuol lavorare grossamente, o sottilmente. Et degli stucchi ci basti hor questo; perche il restante si dirà poi, dove si tratterà del mettergli in opra tra le cose della scultura. Alla quale prima, che noi passiamo diremo brevemente delle fontane, che si fanno per le mura, et degli ornamenti varij di quelle.


Come di Tartari, et di colature d’acque si conducono le Fontane Rustiche, et come nello stucco si murano le Telline, et le colature delle pietre cotte.     Cap. V.


S
I come le Fontane, che ne i loro palazzi, giardini, et altri luoghi fecero gl’antichi furono di diverse maniere, cioè alcune isolate con tazze, et vasi d’altre sorti; altre allato alle mura, con nicchie, maschere, o figure, et ornamenti di cose maritime: Altre poi, per uso delle stufe piu simplici, et pulite; et altre finalmente simili alle salvatiche fonti, che naturalmente surgono ne i boschi; Cosi parimente sono di diverse sorti quelle, che hanno fatto, el fanno tutta via i moderni, i quali variandole sempre hanno alle invenzioni degli antichi aggiunto componimenti di opera Thoscana coperte di colature d’ac-

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