Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/122

Da Wikisource.
26 DELLA

queſto corpo, ch’è miſto con tutti gli ordini. I capittelli ſi poſſon fare ſimili a i Corinthi, ſaluo, che vuole eſſere piu la cimaſa del capitello; & le volute, o viticci alquanto piu grandi: come ſi vede all’arco ſuddetto. L’architraue ſia tre quarti della groſſezza della colonna, & il fregio habbia il reſto pien di me͂ſole: & la cornice, quanto l’architraue, che l’agetto la fa diuentar maggiore: come ſi vede nell’ordine vltimo del Culiſeo di Roma: & in dette menſole ſi poſſon far canali a vſo di tigrifi, e altri intagli ſecondo il parere dell’architetto: & il zoccolo, doue poſa ſu la colo͂na, ha da eſſere alto due quadri, & coſi le ſue cornici a ſua fantaſia, o come gli verrà in animo di farle. Vſauano gli antichi o per porte, o ſepolture, o altre ſpecie d’ornamenti, in cambio di colonne, termini di varie ſorti; chi vna figura c’habbia vna ceſta in capo per capitello: altri vna figura fino a mezo, & il reſto verſo la baſe piramide, o vero bronconi d’alberi; & di queſta ſorte faceuano virgini, ſatiri, putti, & altre ſorti di moſtri, o bizarie che veniua lor comodo, e ſecondo, che naſceua loro nella fantaſia le metteueno in opera. Ecci vn’altra ſpecie di lauori, che ſi chiamano Tedeſchi, iquali ſono di ornamenti, & di proporzione molto differenti da gli antichi, & da’ moderni, ne hoggi s’uſano per gli eccellenti, ma ſon fuggiti da loro come moſtruoſi, e barbari: Dime͂ticando ogni lor coſa di ordine, che piu toſto confuſione, o diſordine ſi puo chiamare; auendo fatto nelle lor fabriche, che ſon tante, c’hanno ammorbato il mondo, le porte ornate di colonne ſottili & attorte a vſo di vite, le quali non poſſono auer forza a reggere il peſo, di che leggerezza ſi ſia; & coſi per tutte le facce, & altri loro ornamenti faceuano vna maledizione di tabernacolini l’un ſopra l’altro, con tante piramidi, & pu͂te, & foglie, che non ch’elle poſſano ſtare, pare impoſsibile ch’elle ſi poſsino reggere. Et hanno piu il modo da parer fatte di carta, che di pietre, o di marmi. Et in queſte opere faceuano tanti riſalti, rotture, menſoline, & viticci, che ſproporzionauano quelle opere, che faceuano; & ſpeſſo con mettere coſa ſopra coſa, andauano in tanta altezza, che la fine d’una porta toccaua loro il tetto. Queſta maniera fu trouata da i Gotthi, che per hauer ruinate le fabriche antiche, & morti gli architetti per le guerre, fecero dopo coloro che rimaſero le fabriche di queſta maniera; le quali girarono le volte con quarti acuti, & riempierono tutta Italia di queſta maledizione di fabriche: che per no͂ hauerne a far piu, s’è diſmeſſo ogni modo loro. Iddio ſcampi ogni paeſe da venir tal penſiero, & ordine di lauori, che per eſſere eglino talmente difformi alla bellezza delle fabriche noſtre, meritano che non ſe ne fauelli piu, che queſto. Et però paſsiamo a dire delle volte.


Del fare le volte di getto, che vengano intagliate quando si disarmino, et d’impastar lo stucco.      Cap. IIII.


Q
Uando le mura son’arrivate al termine, che le volte s’habbino a voltare, o di mattoni, o di tufi, o di spugna, bisogna sopra l’armadura de’ correnti, o piane voltare di tavole in cerchio serrato, che commettino secondo la forma della volta, o a schifo: e l’armadura della volta in quel modo, che si vuole con bonissimi puntelli fermare; che la materia di sopra del peso non la sforzi; et dapoi saldissimamente turare ogni pertugio nel mezzo, ne’

can