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DELLE VITE 77

cato alla Vergine Maria in Pertica. Conperte similmente figliuolo d’esso Perterit edificò un monasterio, e tempio à San Giorgio, detto di Coronate, nel luogo dove haveva havuto una gran vittoria contra à Alahi di simile maniera. Ne dissimile fu à questi il tempio, che ’l re de Longobardi Luiprando, ilquale fu al tempo del Re Pipino padre di Carlo Magno; edificò in Pavia, che si chiama San Piero in ciel dauro; Ne quello similmente, che Disiderio, il quale regnò dopo Astolfo, edificò di San Piero clivate nella diocesi Milanese; Ne ’l monasterio di San Vincenzo in Milano, nè quello di Santa Giulia in Brescia: perche tutti furono di grandissima spesa, ma di bruttissima, e disordinata maniera. In Fiorenza poi migliorando alquanto l’architettura la chiesa di Santo Apostolo che fu edificata da Carlo Magno: fu ancor, che piccola di bellissima maniera: perche oltre, che i fusi delle colonne, se bene sono di pezzi, hanno molta grazia, e sono condotti con bella misura; i capitelli ancora, et gli archi girati per le volticciuole delle due piccole Navate, mostrano, che in Toscana era rimaso, o vero risorto qualche buono artefice. In somma l’Architettura di questa chiesa è tale, che Pippo di ser Brunellesco non si sdegnò di servirsene per modello nel fare la chiesa di Santo Spirito, et quella di San Lorenzo nella medesima città. Il medesimo si può vedere nella chiesa di San Marco di Vinezia, la quale (per non dir nulla di San Giorgio Maggiore, stato edificato da Giovanni Morosini l’anno        ) fu cominciata sotto il Doge Iustiniano, et Giovanni Particiaco appresso San Teodosio, quando d’Alessandria fu mandato à Vinezia il corpo di quell’Evangelista: percioche dopo molti incendij, che il palazzo del Doge, et la chiesa molto dannificarono: ella fu sopra i medesimi fondamenti finalmente rifatta alla maniera Greca, et in quel modo, che ella hoggi si vede con grandissima spesa, et col parere di molti Architetti, al tempo di Domenico Selvo Doge negl’anni di Christo dcccclxxiii. Il quale fece condurre le colonne di que’ luoghi donde le potette havere. Et cosi si andò continuando insino all’anno mcxl. essendo Doge Messer Piero Polani; et come si è detto col disegno di piu Maestri tutti Greci. Dalla medesima maniera greca furono, e nei medesimi tempi le sette Badie, che il Conte Ugho Marchese di Brandiburgo fece fare in Toscana, come si può vedere nella Badia di Firenze, in quella di Settimo, et nell’altre. Lequali tutte fabriche, et le vestigia di quelle, che non sono in piedi, rendono testimonianza, che l’Architettura si teneva alquanto in piedi, ma imbastardita fortemente, et molto diversa dalla buona maniera antica. Di cio posson’anco far fede molti palazzi vecchi stati fatti in Fiorenza, dopo la rovina di Fiesole d’opera Toscana. ma con ordine barbaro nelle misure di quelle porte, et finestre lunghe lunghe; et ne garbi di quarti acuti, nel girare de gl’archi, secondo l’uso degl’Architetti stranieri di que’ tempi. L’anno poi mxiii. si vede l’arte haver ripreso alquanto di vigore nel riedificarsi la bellissima chiesa di San Miniato in sul monte al tempo di Messer Alibrando, cittadino et Vescovo di Firenze: percioche, oltre al gl’ornamenti, che di marmo vi si veggiono dentro, et fuori, si vede nella facciata dinanzi, che gl’Architetti Toscani si sforzarono d’imitare nelle porte, nelle finestre, nelle colonne, ne gl’archi, e nelle cornici quanto potettono il piu l’ordine buono antico, havendolo in parte riconosciuto


nell’an-