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DELLE VITE 79

quel tempo; et in somma à molti altri edifizij, de’ quali troppo lungo sarebbe fare al presente menzione.

     Non tacerò gia continuando l’andar de’ tempi, che l’Anno poi mille, et sessanta fu in Pisa edificato il Tempio tondo di San Giovanni, dirimpetto al Duomo, et in sulla medesima piazza. Et quello, che è cosa maravigliosa, et quasi del tutto incredibile, si truova, per ricordo in uno antico libro dell’opera del Duomo detto, che le colonne del detto San Giovanni, i pilastri, et le volte furono rizzate, et fatte in quindici giorni, et non piu. Et nel medesimo Libro, ilquale può chiunche n’havesse voglia vedere, si legge, che per fare quel tempio, fu posta una gravezza d’un danaio per fuoco, ma non vi si dice gia se d’oro ò di piccioli. Et in quel tempo erano in Pisa, come nel medesimo Libro si vede, trentaquattro mila fuochi. Fu certo questa opera grandissima, di molta spesa, et difficile à condursi, et massimamente la volta della Tribuna fatta à guisa di pera, et disopra coperta di Piombo. Il di fuori è pieno di Colonne, d’intagli, e d’Historie: et nel fregio della porta di mezzo è un GIESU CHRISTO con dodici Apostoli di mezzo rilievo, di maniera Greca.

     I Lucchesi ne’ medesimi tempi, cioè l’Anno mille, et sessant’uno, come concorrenti de’ Pisani principiarono la Chiesa di San Martino in Lucca, col disegno, non essendo allhora altri Architetti in Thoscana, di certi discepoli di Buschetto. Nella facciata dinanzi della qual Chiesa, si vede appiccato un portico di marmo con molti ornamenti, et intagli di cose fatte in memoria di Papa Alessandro secondo, stato poco innanzi, che fusse assunto al Pontificato, Vescovo di quella Città. Dellaquale edificazione, et di esso Alessandro, si dice in nove versi Latini pienamente ogni cosa. Il medesimo si vede in alcune altre lettere Antiche, intagliate nel marmo sotto il portico infra le porte. Nella detta facciata sono alcune figure, et sotto il portico molte storie di marmo di mezzo rilievo della vita di San Martino, et di maniera Greca. Ma le migliori, lequali sono sopra una delle porte, furono fatte cento settanta anni doppo, da Nicola Pisano, et finite nel mille ducento trenta tre, come si dirà al luogo suo, essendo operai, quando si cominciarono, Abellenato, et Aliprando, come per alcune lettere nel medesimo luogo intagliate in marmo, apertamente si vede. Le quali figure di mano di Nicola Pisano mostrano quanto per lui migliorasse l’Arte della Scultura. Simili à questi furono per lo piu, anzi tutti gl’Edifizij, che da i tempi detti di sopra, insino all’Anno mille dugento cinquanta furono fatti in Italia: percioche poco, o nullo acquisto, o miglioramento si vide nello spazio di tanti Anni havere fatto l’Architettura; ma essersi stata ne i medesimi termini, et andata continuando in quella goffa maniera, della quale anchora molte cose si veggiono, di che non farò al presente alcuna memoria, perche se ne dirà di sotto, secondo l’occasioni, che mi si porgeranno.

     Le Sculture, et le Pitture similmente buone, state sotterrate nelle rovine d’Italia, si stettono insino al medesimo tempo rinchiuse, o non conosciute da gli huomini,

ingrossa-