Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/264

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168 PRIMA PARTE

(versione diplomatica)


(versione critica)


di mano di questo Piero; e di vero non possono più somigliare l’una l’altra di quello che fanno. Fra le figure che fece in S. Marco detto di Fiorenza fu il ritratto di papa Urbano Quinto con le teste di S. Piero e S. Paulo di naturale, dal qual ritratto ne ritrasse fra’ Giovanni da Fiesole quello che è in una tavola in S. Domenico pur di Fiesole; e ciò fu non piccola ventura, perchè il ritratto che era in S. Marco, con molte altre figure che erano per la chiesa in fresco, furono, come s’è detto, coperte di bianco, quando quel convento fu tolto ai monaci che vi stavano prima e dato ai frati Predicatori, per imbiancare ogni cosa con poca avvertenza e considerazione. Passando poi nel tornarsene a Roma per Ascesi, non solo per vedere quelle fabriche e quelle così notabili opere fattevi dal suo maestro e da alcuni suoi condiscepoli, ma per lasciarvi qualche cosa di sua mano, dipinse a fresco nella chiesa di sotto di S. Francesco, cioè nella crociera che è dalla banda della sagrestia, una Crocifissione di Gesù Cristo con uomini a cavallo armati in varie fogge e con molta varietà d’abiti stravaganti e di diverse nazioni straniere. In aria fece alcuni Angeli, che fermati in su l’ali in diverse attitudini piangono dirottamente, e stringendosi alcuni le mani al petto, altri incro(cic)chiandole, e altri battendosi le palme, mostrano avere estremo dolore della morte del Figliuolo di Dio, e tutti dal mezzo in dietro o vero dal mezzo in giù sono convertiti in aria. In questa opera, che è bene condotta nel colorito che è fresco e vivace, e tanto bene nelle commettiture della calcina, ch’ella pare tutta fatta in un giorno, ho trovato l’arme di Gualtieri duca di Atene, ma per non vi essere nè millesimo nè altra scrittura, non posso affermare che ella fusse fatta fare da lui. Dico bene, che oltre al tenersi per fermo da ognuno ch’ella sia di mano di Pietro, la maniera non potrebbe più di quello che ella fa, parer la medesima: senzachè si può credere, essendo stato questo pittore nel tempo che in Italia era il duca Gualtieri, così che ella fusse fatta da Piero, come per ordine del detto Duca. Pure, creda ognuno come vuole, l’opera come antica non è se non lodevole, e la maniera, oltre la publica voce, mostra ch’ella sia di mano di costui. Lavorò a fresco il medesimo Piero nella chiesa di S. Maria d’Orvieto, dove è la santissima reliquia del Corporale, alcune storie di Gesù Cristo e del corpo suo con molta diligenza; e ciò fece, per quanto si dice, per messer Benedetto di messer Buonconte Monaldeschi signore in quel tempo, anzi tiranno di quella città. Affermano similmente alcuni che Piero fece alcune sculture, e che gli riuscirono, perchè aveva ingegno in qualunque cosa si metteva a fare, benissimo, e che è di sua mano il Crucifisso, che è nella gran chiesa di S. Paulo fuor di Roma, il quale, secondo che si dice e credere si dee, è quello che parlò a S. Brigida l’anno 1370. Erano di mano del medesimo alcune altre cose di quella maniera, le quali andarono per terra quando fu rovinata la chiesa vecchia di S. Piero per rifar la nuova. Fu Pietro in tutte le sue cose diligente molto, e cercò con ogni studio di farsi onore e acquistare fama nell’arte. Fu non pure buon cristiano, ma divotissimo e amicissimo de’ poveri, e per la bontà sua amato non pure in Roma sua patria, ma da tutti coloro che di lui ebbono cognizione o dell’opere sue. E si diede finalmente nell’ultima sua vecchiezza con tanto spirito alla religione, menando vita esemplare, che fu quasi tenuto Santo. Laonde non è da maravigliarsi, se non pure il detto Crucifisso di sua mano parlò, come si