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DONATO 337

da costui che da qualunche altro che sia nato modernamente, avendo egli oltra il facilitare le difficultà della arte, con la copia delle opre sue congiunto insieme la invenzione, il disegno, la pratica, il giudizio et ogni altra parte, che da un ingegno divino si possa o debbia mai aspettare. Fu Donato resolutissimo e presto, e con somma facilità condusse tutte le cose sue, et operò sempremai assai più di quello che e’ promise. Rimase a Bertoldo, suo creato, ogni suo lavoro; e massimamente i pergami di bronzo di S. Lorenzo che da lui furono poi rinetti la maggior parte, e condotti a quel termine che e’ si veggono in detta chiesa. Non tacerò che avendo il dottissimo e molto reverendo don Vincenzio Borghini, del quale si è di sopra ad altro proposito ragionato, messo insieme in un gran libro infiniti disegni d’eccellenti pittori e scultori, così antichi come moderni, egli in due carte, dirimpetto l’una all’altra, dove sono disegni di mano di Donato e di Michelagnolo Bonarroti, ha fatto nell’ornamento, con molto giudizio, questi due motti greci: a Donato: "e Donatos Bonarreraotizei" et a Michelagnolo, "e Bonarreraeotos Donatizei" in latino suonano: Aut Donatus Bonarrotum exprimit et refert, aut Bonarrotus Donatum. E nella nostra lingua: O lo spirito di Donato opera nel Buonarroto, o quello di Buonarroto antecipò di operare in Donato.

FINE DELLA VITA DI DONATO SCULTORE FIORENTINO