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378 SECONDA PARTE

D. O. M.

Antonius pictor, præcipuum Messanæ suæ, et siciliæ totius ornamentum, hac humo contegitur. Non solum suis picturis, in quibus singulare Artificium; et Venustas fuit, sed, et quod coloribus oleo miscendis splendorem, et perpetuitatem primus Italicæ picturæ contulit: summo semper artificium studio celebratus.

Rincrebbe la morte d’Antonello a molti suoi amici; et particolarmente ad Andrea Riccio scultore, che in Vinezia nella corte del palazzo della Signoria lavorò di marmo le due statue, che si veggiono ignude di Adamo; e Eva; che sono tenute belle. Tale fu la fine d’Antonello, al quale deono certamente gl’Artefici nostri havere non meno obligazione dell’havere portato in Italia il modo di colorire a olio; che a Giovanni da Bruggia, d’haverlo trovato in Fiandra: havendo l’uno, e l’altro beneficato, et arricchito quest’arte. Perche, mediante questa invenzione sono venuti di poi si eccellenti gl’Artefici, che hanno potuto far quasi vive le loro figure. La qual cosa tanto piu debbe essere in pregio, quanto manco si trova scrittore alcuno, che questa maniera di colorire assegni agl’antichi. E se si potesse sapere, che ella non fusse stata veramente appresso di loro, avanzarebbe pure questo secolo l’eccellenze dell’antico in questa perfezzione: Ma perche, si come non si dice cosa, che non sia stata altra volta detta, cosi forse non si fa cosa; che forse non sia stata fatta; me la passerò senza dir’altro: E lodando sommamente coloro, che oltre al disegno, aggiungono sempre all’arte qualche cosa, attenderò a scrivere degl’altri.



Fine della vita d’Antonello da Messina.


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