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ALESSO BALDOVINETTI 377
ma col detto Giovanni, facendogli presente di molti disegni alla maniera Italiana, e d’altre cose. Talmente che per questo, per losservanza d’Antonello, e per trovarsi esso Giovanni gia vecchio; si contentô che Antonello vedesse l’ordine del suo colorire a olio: onde egli non si partì di quel luogo che ebbe benissimo appreso quel modo di colorire che tanto disiderava. Ne dopo molto, essendo Giovanni morto, Antonello se ne torno di Fiandra, per riveder la sua patria, e per far l’Italia partecipe di cosi utile, bello e commodo segreto. E stato pochi mesi a Messina, se n’andò a Vinezia; dove, per essere persona molta dedita a’ piaceri, e tutta venerea si risolvè habitar sempre; e quivi finire la sua vita, dove haveva trovato un modo di vivere apunto, secondo il suo gusto. Perche messo mano a lavorare, vi fece molti quadri a olio, secondo che in Fiandra haveva imparato, che sono sparsi per le case de’ Gentil’huomini di quella città, iquali, per la novità di quel lavoro vi furono stimati assai. Molti ancora ne fece, che furono mandati in diversi luoghi. Alla fine, havendosi egli quivi acquistato fama, e gran nome, gli fu fatta allogazione d’una tavola, che andava in San Cassano, parocchia di quella città. laqual tavola fu da Antonello con ogni suo saper, e senza risparmio di tempo lavorata: E finita, per la novità di quel colorire, e per la bellezza delle figure, havendole fatte con buon disegno, fu comendata molto, e tenuta in pregio grandissimo. Et inteso poi il nuovo segreto, che egli haveva in quella città, di Fiandra portato, fu sempre amato, e carezzato da que’ magnifici Gentil’huomini, quanto durò la sua vita.

     Fra i pittori, che allora erano in credito in Vinezia era tenuto molto Eccellente un Maestro Domenico. Costui arivato Antonello in Venezia, gli fece tutte quelle carezze, e cortesie, che maggiori si possono fare a un carissimo, e dolce amico. Per lo che Antonello, che non volle esser vinto di cortesia da Maestro Domenico, dopo non molti mesi gl’insegnò il secreto, e modo di colorire a olio. Della qual cortesia, et amorevolezza straordinaria, niun’altra gli sarebbe potuta esser piu cara: et certo a ragione, poi che, per quella, si come imaginato si era, fu poi sempre nella patria molto onorato. E certo coloro sono ingannati in di grosso, che pensano, essendo avarissimi, anco di quelle cose, che loro non costano, dovere essere da ognuno, per i loro begli occhi, come si dice, serviti. Le cortesie di Maestro Domenico Viniziano cavarono di mano d’Antonello quello, che haveva con sue tante fatiche, e sudori procacciatosi; e quello, che forse per grossa somma di danari non haverebbe a niuno altro conceduto. Ma perche di Maestro Domenico si dirà quando fia tempo quello, che lavorasse in Firenze, et a cui fusse liberale di quello, che haveva da altri cortesemente ricevuto; dico, che Antonello, dopo la tanola di San Cassano, fece molti quadri, e ritratti a molti gentil’huomini Viniziani. E messer Bernardo Vecchietti Fiorentino ha di sua mano in uno stesso quadro San Francesco, et San Domenico, molto belli. Quando poi gl’erano state allogate dalla Signoria alcune storie in palazzo; lequali non havevano voluto concedere a Francesco di Monsignore Veronese, ancora, che molto fusse stato favorito dal duca di Mantoa; egli si ammalò di mal di punta, e si morì, danni 49. senza havere pur messo mano all’opera. Fu dagl’Artefici nell’essequie molto honorato; per il dono fatto all’Arte della nuova maniera di colorire, come testifica questo epitaffio.