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486 SECONDA PARTE

poi, mani e piedi, fece di cera più grossa, ma vote dentro, e ritratte dal vivo e dipinte a olio con quelli ornamenti di capelli et altre cose secondo che bisognava, naturali e tanto ben fatti, che rappresentavano non più uomini di cera, ma vivissimi, come si può vedere in ciascuna delle dette tre; una delle quali è nella chiesa delle monache di Chiarito in via di S. Gallo, dinanzi al Crucifisso che fa miracoli. E questa figura è con quell’abito a punto che aveva Lorenzo, quando ferito nella gola e fasciato, si fece alle finestre di casa sua, per esser veduto dal popolo, che là era corso per vedere se fusse vivo, come disiderava, o se pur morto, per farne vendetta. La seconda figura del medesimo è in lucco, abito civile e proprio de’ fiorentini; e questa, è nella chiesa de’ Servi alla Nunziata, sopra la porta minore, la quale è accanto al desco dove si vende le candele. La terza fu mandata a S. Maria degl’Angeli d’Ascesi, e posta dinanzi a quella Madonna. Nel qual luogo medesimo, come già si è detto, esso Lorenzo de’ Medici fece mattonare tutta la strada che camina da S. Maria alla porta d’Ascesi, che va a S. Francesco, e parimente restaurare le fonti che Cosimo suo avolo aveva fatto fare in quel luogo. Ma tornando alle imagini di cera, sono di mano d’Orsino nella detta chiesa de’ Servi, tutte quelle che nel fondo hanno per segno un O grande, con un R dentrovi et una croce sopra. E tutte sono in modo belle, che pochi sono stati poi, che l’abbiano paragonato. Questa arte, ancora che si sia mantenuta viva insino a’ tempi nostri, è nondimeno più tosto in declinazione che altrimenti, o perchè sia mancata la divozione o per altra cagione che si sia. Ma per tornare al Verrocchio, egli lavorò, oltre alle cose dette, Crucifissi di legno et alcune cose di terra, nel che era eccellente, come si vide ne’ modelli delle storie che fece per l’altare di S. Giovanni, et in alcuni putti bellissimi et in una testa di S. Girolamo, che è tenuta maravigliosa. È anco di mano del medesimo, il putto dell’oriuolo di Mercato Nuovo, che ha le braccia schiodate in modo che alzandole, suona l’ore con un martello che tiene in mano. Il che fu tenuto in que’ tempi cosa molto bella e capricciosa. E questo il fine sia della vita d’Andrea Verrocchio, scultore eccellentissimo. Fu ne’ tempi d’Andrea, Benedetto Buglioni, il quale da una donna che uscì di casa Andrea della Robbia ebbe il segreto degl’invetriati di terra, onde fece di quella maniera molte opere in Fiorenza e fuori, e particolarmente nella chiesa de’ Servi, vicino alla cappela di S. Barbara, un Cristo che resuscita con certi Angeli, che per cosa di terra cotta invetriata è assai bell’opera; in S. Brancazio fece in una cappella un Cristo morto; e sopra la porta principale della chiesa di S. Pier Maggiore, il mezzo tondo che vi si vede. Dopo Benedetto rimase il segreto a Santi Buglioni, che solo sa oggi lavorare di questa sorte sculture.