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PIETRO PERUGINO 511

adunque, che erano nel sopra detto tramezzo, erano di man di Piero; et in una era un Cristo nell’orto e gl’Apostoli che dormono, ne’ quali mostrò Pietro quanto vaglia il sonno contra gl’affanni e’ dispiaceri, avendogli figurati dormire in attitudini molto agiate. E nell’altra fece una Pietà, cioè Cristo in grembo alla Nostra Donna con quattro figure intorno non men buone che l’altre della maniera sua, e fra l’altre cose fece il detto Cristo morto così intirizzato, come se e’ fusse stato tanto in croce, che lo spazio et il freddo l’avessino ridotto così; onde lo fece reggere a Giovanni et alla Maddalena tutti afflitti e piangenti. Lavorò in un’altra tavola un Crucifisso con la Maddalena et ai piedi S. Girolamo, S. Giovanni Battista et il beato Giovanni Colombini, fondatore di quella Religione, con infinita diligenza. Queste tre tavole hanno patito assai e sono per tutto, negli scuri e dove sono l’ombre, crepate; e ciò avviene perchè quando si lavora il primo colore che si pone sopra la mestica (perciò che tre mani di colori si danno l’un sopra l’altro) non è ben secco, onde poi col tempo nello seccarsi tirano per la grossezza loro e vengono ad aver forza di fare que’ crepati; il che Pietro non potette conoscere perchè a punto ne’ tempi suoi si cominciò a colorire bene a olio. Essendo dunque dai fiorentini molto comendate l’opere di Pietro, un priore del medesimo convento degl’Ingesuati, che si dilettava dell’arte, gli fece fare in un muro del primo chiostro una Natività coi Magi di minuta maniera, che fu da lui con vaghezza e pulitezza grande a perfetto fine condotta; dove era un numero infinito di teste variate e ritratti di naturale non pochi, fra i quali era la testa d’Andrea del Verrocchio suo maestro. Nel medesimo cortile fece un fregio sopra gl’archi delle colonne, con teste quanto il vivo, molto ben condotte; delle quali era una quella del detto priore, tanto viva e di buona maniera lavorata, che fu giudicata da peritissimi artefici la miglior cosa che mai facesse Pietro; al quale fu fatto fare nell’altro chiostro, sopra la porta che andava in reffettorio, una storia, quando papa Bonifazio conferma l’abito al beato Giovanni Colombino, nella quale ritrasse otto di detti frati e vi fece una prospettiva bellissima, che sfuggiva, la quale fu molto lodata e meritamente, perchè ne faceva Pietro professione particolare. Sotto a questa, in un’altra storia, cominciava la Natività di Cristo con alcuni Angeli e pastori, lavorata con freschissimo colorito; e sopra la porta del detto oratorio fece in un arco tre mezze figure: la Nostra Donna, S. Girolamo et il beato Giovanni, con sì bella maniera che fu stimata delle migliori opere che mai Pietro lavorasse in muro. Era, secondo che io udii già raccontare, il detto priore molto eccellente in fare gl’azzurri oltramarini, e però, avendone copia, volle che Piero in tutte le sopra dette opere ne mettesse assai; ma era nondimeno sì misero e sfiducciato, che non si fidando di Pietro, voleva sempre esser presente quando egli azzurro nel lavoro adoperava. Laonde Pietro, il quale era di natura intero e da bene, e non disiderava quel d’altri se non mediante le sue fatiche, aveva per male la diffidenza di quel priore, onde pensò di farnelo vergognare; e così presa una catinella d’acqua, imposto che aveva o panni o altro, che voleva fare di azzurro e bianco, faceva di mano in mano al priore, che con miseria tornava al sacchetto, mettere l’oltramarino nell’alberello dove era acqua stemperata; dopo, cominciandolo a mettere in opera, a ogni due pennellate Piero risciacquava il pennello nella catinella, onde