Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/66

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LETTERA DI M.

re, e che l’arte della pittura ſi accettaße nel primo grado delle arti liberali. e nel vero appreſſo i Greci ſempre fu tenuta questa arte di molto honore, e fu eſercitata non ſolo da’ nobili, ma da perſone honorate ancora con eſpreſſa prohibitione, che i ſerui nõ ſi ammetteſſero per diſcepoli di cotale arte. la onde non ſi troua che ne in pittura, ne in alcuno altro lauoro, che dal diſegno proceda ſia ſtato alcuno nominato, che fuſſe stato ſeruo Ma innanzi a questi ultimi, de’ quali noi habbiamo parlato, forſe xx anni ſi troua eſſere stati di qualche nome Echione, e Terimanto. di Echione furono in pregio queſte figure Bacco, la Tragedia, e la Comedia in forma di donne, Semiramis, la quale di ſerua diueniua Regina di Babilonia, Vna ſuocera, che portaua la faccellina innãzi, a vna nuora, che ne andaua a marito, nel uolto della quale ſi ſcorgeua quella vergogna, che a pulzella in cotale atto, e tẽpo ſi richiede. Ma a tutti i diſopra detti, e coloro che di ſotto ſi dirãno trappaßò di gran lũga Apelle, che uiſſe intorno alla xij & cẽteſima Olimpiade, che dalla fondazione di Roma batte intorno a ccccxxi anno, ne ſolamente nella perfettione dell’arte, ma ancora nel numero delle figure; percioche egli ſolo molto meglio di ciaſcuno, e molto piu ne dipinſe, e piu arrecò a tale arte d’aiuto, ſcriuendone ancora volumi, i quali di quella inſegnarono la perfettione. Fu costui marauiglioſo nel fare le ſue opere grazioſe; & auenga, che al ſuo tempo fuſſero maestri molto eccellenti, l’opere de i quali egli ſoleua molto commendare, & ammirare, nondimeno a tutti diceua mancare quella leggiadria, la quale da’ Greci, e da noi è chiamata grazia. nell’altre coſe molti eſſere da quanto lui, ma in questo non hauer pare. di questo altro ſi daua egli anche vanto, che riguardando i lauori di Protogene con marauiglia di fatica grande, e di penſiero infinito, e commendandoli oltre a modo in tutti diceua hauerlo pareggiato, e forſe in alcuna parte eſſere da lui vinto, ma in queſto ſenza dubbio eſſere da piu; percioche Protogene non ſapeua leuar mai la mano d’in ſul lauoro. Il che detto da cotale artefice ſi vuole hauere per ammaeſtramento, che ſpeſſe fiate nuoce la ſouerchia diligenza. Fu costui non ſolamente nell’arte ſua eccellentißimo maestro, ma d’animo ancora ſemplicißimo, & molto ſincero, come ne fa fede quello, che di lui, e di Protogene dicono eſſere auuenuto. Dimoraua Protogene nell’Iſola di Rodi ſua patria, doue alcuna volta venendo Apelle con deſiderio grande di vedere l’opere di lui, che le vdiua molto lodare, & egli ſolamẽte per fama lo conoſceua, dirittamente ſi fece menare alla bottega, doue ei lauoraua, & giunſeui apunto in tempo, che egli era ito altroue; doue entrãdo Apelle, vidde che egli haueua meſſo ſu vna gran tauola per dipignerla, & inſieme vna vecchia ſola a guardia della bottega, la quale, domandandola Apelle del maeſtro, riſpoſe lui eſſere ito fuore. domandò ella lui chi fuſſe quegli, che ne domandaua; questi riſpoſe toſtamente Apelle, e preſo vn pennello tirò vna linea di colore ſopra quella tauola di marauiglioſa ſottigliezza, & andò via. Torna Protogene, la vecchia gli conta il fatto, guarda egli, e conſiderata la ſottigliezza di quella linea, s’auisò troppo bene ciò non eſſere opera d’altri, che di Apelle, che in altri non caderebbe opera tanto perfetta; & preſo il pennello ſopra quella isteſſa d’Apelle d’altro colo


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