Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/67

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GIOVAMBATISTA ADRIANI.

re ne tirò vn’altra piu ſottile, e diſſe alla vecchia; dirai a quel buono huomo ſe ci torna mostrandoli questa, che questi è quegli, che ei va cercando; e coſi non molto poi auuenne, che tornato Apelle, & vdito dalla vecchia il fatto, vergognando d’eſſer vinto, con vn terzo colore parti quelle linee steſſe per lungo il mezzo, non laſciando piu luogo veruno ad alcuna ſottigliezza. onde tornando Protogene, e conſiderato la coſa, e confeſſando d’eſſer vinto, corſe al porto cercando d’Apelle, e ſeco nel menò a caſa. Questa tauola ſenza altra dipintura vederuiſi entro, fu tenuta degna per questo fatto ſolo d’eſſer lungo tempo mantenuta viua: e fu poi, come coſa nobile, portata a Roma, e nel palazzo de gli Imperadori veduta volentieri da ciaſcuno, e ſommamente ammirata, e piu da coloro, che ne poteuano giudicare, tutto che non vi ſi vedeſſe altro, che queſte linee tanto ſottili, che poi a pena ſi poteuano ſcorgere, e fra le altre opere nobilißime fu tenuta cara: e per quello iſteſſo, che entro altro non vi ſi vedeua allettaua gli occhi de’ riguardanti. Hebbe queſto artefice in coſtume di non laſciar mai paſſare un giorno ſolo, che almeno non tiraſſe vna linea, & in qualche parte eſercitaße l’arte ſua; il che poi venne in prouerbio. vſaua egli ſimilmente mettere l’opere ſue finite in publico, & appreßo star naſcoſo, aſcoltando quello, che altri ne diceße, estimando il vulgo d’alcune coſe eſſere buon conoſcitore, e poterne ben giudicare. auuenne (come ſi dice) che vn calzolaio accusò in vna pianella d’vna figura non ſo che difetto, & conoſcendo il maestro, che e’ diceua il vero, la racconciò. tornando poi l’altro giorno il medeſimo calzolaio, & vedendo il maestro hauerli creduto nella pianella, cominciò a voler dire non ſo che di vna delle gambe; di che ſdegnato Apelle, & vſcendo fuori diſſe prouerbiandolo, che a calzolaio non conueniua giudicar piu ſu, che la pianella, il qual detto fu anco accettato per prouerbio. Fu in oltre molto piaceuole, & alla mano, e per queſto oltre a modo caro ad Aleßandro Magno, talmẽte che quel Re lo andaua ſpeßo a viſitare a bottega, prendẽdo diletto di vederlo lauorare, & inſieme d’vdirlo ragionare. & hebbe tanto di grazia, e di autorita appreßo a questo Re, benche stizzoſo, e bizzarro, che ragionãdo eßo alcune volte della arte di lui meno che ſauiamente, con bel modo gli imponeua ſilentio, mostrandoli i fattorini, che macinauano i colori riderſene. Ma quale Aleßandro lo stimaße nell’arte ſi conobbe per questo, che egli prohibi a ciaſcuno dipintore il ritrarlo fuori che ad Apelle. e quanto egli lo amaſſe, & haueſſe caro ſi vide per questo altro; percioche hauẽdoli imposto Aleſſandro, che gli ritraeſſe nuda Canſace vna la piu bella delle ſue concubine, la quale eſſo amaua molto, & accorgendoſi per ſegni manifesti, che nel mirarla fiſo Apelle s’era acceſo della bellezza di lei, concedendoli Aleſſandro tutto il ſuo affetto gne ne fece dono, ſenza hauer riguardo ancho a lei, che eſſendo amica di Re, & di Aleſſandro Re, li conuenne diuenire amica d’un pittore. Furono alcuni, che ſtimarono, che quella Venere Dionea tanto celebrata fuſſe il ritratto di queſta bella femmina. Fu questo Apelle molto humano inuerſo li artefici de’ ſuoi tempi, & il primo, che dette riputazione alle opere di Protogene in Rodi. percioche egli, come il piu delle volte ſuole auuenire, tra i ſuoi cittadini non



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