Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/69

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GIOVAMBATISTA ADRIANI.

re, che il dipintore ĩ queſto vinceſſe il poeta. Dipinſe inoltre cõ nuouo modo, e bella inuẽzione la Calũnia prendẽdone queſta occaſione. Era egli in Aleßãdria ĩ corte di Tolomeo Re, e per la virtu ſua in molto fauore. Hebbeui dell’arte steſſa chi l’inuidiaua, e cercãdo di farlo mal capitare l’accuſò di cõgiura contro a Tolommeo, di coſa nella quale, nõ ſolo non haueua colpa veruna Apelle, ma ne anco era da credere, che vn tal pẽſiero gli fuſſe mai caduto nell’aĩo; fu nõdimeno vicino al perderne la perſona, credẽdo cio il Re ſcioccamẽte: e percio, ripẽſando egli ſeco steſſo il pericolo, il quale haueua corſo, volle mostrare cõ l’arte ſua, che e, come pericoloſa coſa foſſe la Calũnia. e coſi dipinſe vn Re a ſedere cõ orecchie lũghißime, e che porgeua innãzi la mano; da ciaſcuno de’ lati del quale era vna figura, il Soſpetto, e l’Ignoranza. dalla parte dinanzi veniua vna femmina molto bella, e bene adobbata, con ſẽbiante fiero, & adirato. e con eſſa la ſinistra teneua vna facellina acceſa, e con la destra ſtraſcinaua per i capegli vn doloroſo giouane, il quale pareua, che con gli occhi, e con le mani leuate al cielo gridaſſe miſericordia, e chiamaſſe li dei per testimonio della vita ſua, di niuna colpa macchiata. Guidaua coſtei vna figura pallida nel volto, e molto ſozza, la quale pareua, che pure allora da lunga infermita ſi ſolleuaſſe. questa ſi giudicò, che fuſſe l’Inuidia. Drieto alla Calunnia, come ſue ſeruenti, e di ſua compagnia ſeguiuano due altre figure, ſecondo che ſi crede, che raßembrauano l’Inganno, e l’Inſidia. Dopo a queste era la Penitenza atteggiata di dolore, & inuolta in panni bruni, la quale ſi batteua a palme, & pareua, che dietro guardãdoſi moſtraſſe la Verità, in forma di dõna modestißima, e molto contegnoſa. Questa tauola fu molto lodata, e per la virtù del maestro, e per la leggiadria dell’arte, e per la inuenzione della coſa, la quale puo molto giouare a coloro, li quali ſono proposti ad vdire le accuſe de gli huomini. Furono del medeſimo artefice molte altre opere celebrate da gli ſcrittori, le quali ſi laſciano andare per breuità, eſſendoſene raccõtate forſe piu, che non biſognaua. Trouò nell’arte molte coſe, e molto vtili, lequali giouarono molto a quegli, che di poi le appararono. queſto nõ ſi trouò giamai dopo lui chi lo ſapeſſe adoperare. e questo fu vn color bruno, o vernice, che ſi debba chiamare, il quale egli ſottilmẽte diſtẽdeua ſopra l’opre gia finite, il quale cõ la ſua riuerberazione destaua la chiarezza in alcuni de’ colori, e gli difendeua dalla polvere; e nõ appariua ſe non da chi bẽ preſſo il miraua. et cio faceua cõ iſquiſita ragione, accioche la chiarezza d’alcuni acceſi colori meno offendeſſero la uista di chi da lõtano, come per uetro le riguardaſſe, tẽperãdo cio col piu, e col meno ſecõdo giudicaua cõuenirſi. Al medeſimo tẽpo fu Aristide Tebano, il quale, come ſi dice, fu il primo che dipigneſſe l’animo, e le paßioni di quello. fu alquãto piu rozzo nel colorire. Hebbe grã nome vna tauola di costui, doue era ritratto fra la ſtrage d’una terra preſa per forza una madre, la quale moriua di ferite, & appreſſo haueua il figliuolo, che carpone ſi traheua alla poppa, e nella madre pareua temẽza, che’l figliuolo nõ beueſſe cõ il latte il sãgue di lei gia morto. Queſta tauola eſtimãdola bellißima fece portare ĩ Macedonia a Pella ſua patria Aleßãdro Magno. Dipinſe ancora la battaglia d’Aleßãdro con i Perſi, mettendo in vna steſſa tauola cento figure, hauen-


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