Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/162

Da Wikisource.

il fregio e la cornice riccamente intagliata, e, rigirando intorno intorno a tutt’e quattro le facciate e risaltando sopra le quattro cantonate, fa una nel mezzo di ciascuna facciata maggiore (perché è quella camera più lunga che larga) due vani: onde era il medesimo risalto nel mezzo che in sui cantoni e la nicchia maggiore di sotto e la minore di sopra, venivano a essere messe in mezzo da uno spazio di cinque braccia da ciascun lato: nel quale spazio erano due porte, cioè una per lato, per le quali si aveva l’entrata alla detta cappella; e sopra le porte era un vano fra nicchia e nicchia di braccia cinque, per farvi storie di marmo. La facciata dinanzi era simile, ma senza nicchie nel mezzo, e l’altezza dell’imbasamento faceva col risalto uno altare, il quale accompagnavano le cantonate de’ pilastri e le nicchie de’ canti. Nella medesima facciata era nel mezzo una larghezza della medesima misura che gli spazii dalle bande per alcune storie della parte di sopra e di sotto in tanta altezza quanta era quella della parte, ma cominciando sopra l’altare, era una grata di bronzo dirimpetto all’altare di dentro per la quale si udiva la messa e vedeva il didentro della camera et il detto altare della Madonna. In tutto, dunque, erano gli spazii e vani per le storie sette: uno dinanzi sopra la grata, due per ciascun lato maggiore e due di sopra, ciò dietro all’altare della Madonna, et oltre ciò otto nicchie grandi et otto piccole, con altri vani minori per l’arme et imprese del Papa e della chiesa. Andrea dunque, avendo trovato la cosa in questo termine, scompartì con ricco e bello ordine nei sottospazii istorie della vita della Madonna; in una delle due facciate dai lati cominciò per una parte la Natività della Madonna e la condusse a mezzo, onde fu poi finita del tutto da Baccio Bandinelli; nell’altra parte cominciò lo Sposalizio, ma essendo anco questa rimasa imperfetta fu, dopo la morte d’Andrea, finita in quel modo che si vede da Raffaello da Monte Lupo; nella facciata dinanzi ordinò in due piccoli quadri, che mettono in mezzo la grata di bronzo, che si facesse in uno la Visitazione e nell’altro quando la Vergine e Giuseppo vanno a farsi descrivere. E queste storie furono poi fatte da Francesco da San Gallo allora giovane. In quella parte, poi, dove è lo spazio maggiore, fece Andrea l’angelo Gabbriello che annunzia la Vergine (il che fu in quella stessa camera che questi marmi rinchiuggono) con tanta bella grazia, che non si può veder meglio, avendo fatta la Vergine intensissima a quel saluto e l’Angelo ginocchioni, che non di marmo, ma pare veramente celeste e che di boca gl’esca "Ave Maria". Sono in compagnia di Gabbriello due altri Angeli tutti tondi e spiccati uno de’ quali camina appresso di lui e l’altro pare che voli. Due altri Angeli stanno dopo un casamento, in modo traforati dallo scarpello che paiono vivi; in aria e sopra una nuvola trasforata, anzi quasi tutta spiccata dal marmo, sono molti putti che sostengono un Dio Padre che manda lo Spirito Santo per un raggio di marmo, che, partendosi da Lui, tutto spiccato pare naturalissimo, sì come è anco la colomba, che sopra esso rappresenta esso Spirito Santo; né si può dire quanto sia bello e lavorato con sottilissimo intaglio un vaso pieno di fiori, che in questa opera fece la graziosa mano d’Andrea, il quale nelle piume degl’Angeli, nella capigliatura, nella grazia de’ volti e de’ panni et insomma in ogni altra cosa sparse tanto del buono che non si può tanto lodare questa divina opra che basti.