Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/198

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mano all’opera più volentieri, vi fece due storie, e per ornamento della porta che entra nella Compagnia, una Carità et una Iustizia bellissime. In una delle storie fece San Giovanni che predica alle turbe in attitudine pronta, con persona adulta e simile alla vita che faceva e con un’aria di testa che mostra tutto spirito e considerazione. Similmente la varietà e prontezza degl’ascoltatori è maravigliosa, vedendosi alcuni stare ammirati e tutti attoniti nell’udire nuove parole et una così rara e non mai più udita dottrina. Ma molto più si adoperò l’ingegno d’Andrea nel dipignere Giovanni che battezza in acqua una infinità di popoli, alcuni de’ quali si spogliano, altri ricevono il battesimo et altri, essendo spogliati, aspettano che finisca di battezzare quelli che sono inanzi a loro; et in tutti mostrò un vivo affetto e molto ardente disiderio nell’attitudini di coloro che si affrettano per essere mondati dal peccato, senzaché tutte le figure sono tanto ben lavorate in quel chiaro scuro ch’elle rappresentano vive istorie di marmo e verissime. Non tacerò che, mentre Andrea in queste et in altre pitture si adoperava, uscirono fuori alcune stampe intagliate in rame d’Alberto Duro, e che egli se ne servì e ne cavò alcune figure, riducendole alla maniera sua. Il che ha fatto credere ad alcuni, non che sia male servirsi delle buone cose altrui destramente, ma che Andrea non avesse molta invenzione. Venne in quel tempo disiderio a Baccio Bandinelli, allora disegnatore molto stimato, d’imparare a colorire a olio; onde, conoscendo che niuno in Fiorenza ciò meglio sapea fare di esso Andrea, gli fece fare un ritratto di sé, che somigliò molto in quell’età, come si può anco vedere. E così nel vedergli fare questa et altre opere, vide il suo modo di colorire, se ben poi o per la difficultà o per non se ne curare, non seguitò di colorire, tornandogli più a proposito la scultura. Fece Andrea un quadro ad Alessandro Corsini pieno di putti intorno et una Nostra Donna che siede in terra con un putto in collo; il quale quadro fu condotto con bell’arte e con un colorito molto piacevole. Et a un merciaio, che faceva bottega in Roma et era suo molto amico, fece una testa bellissima. Similmente Giovanbatista Puccini fiorentino, piacendogli straordinariamente il modo di fare d’Andrea, gli fece fare un quadro di Nostra Donna per mandare in Francia, ma riuscitogli bellissimo se lo tenne per sé e non lo mandò altrimenti. Ma nondimeno, facendo egli in Francia suoi traffichi e negozii e perciò essendogli commesso che facesse opera di mandar la pittura eccellente, diede a fare ad Andrea un quadro d’un Cristo morto e certi Angeli attorno che lo sostenevano e con atti mesti e pietosi contemplavano il loro Fattore in tanta miseria per i peccati degli uomini. Questa opera finita che fu, piacque di maniera universalmente, che Andrea, pregato da molti, la fece intagliare in Roma da Agostino Viniziano; ma non gli essendo riuscita molto bene, non volle mai più dare alcuna cosa alla stampa. Ma tornando al quadro, egli non piacque meno in Francia, dove fu mandato, che s’avesse fatto in Fiorenza, in tanto che il re, acceso di maggior disiderio d’avere dell’opere d’Andrea, diede ordine che ne facesse alcun’altre, la quale cosa fu cagione che Andrea, persuaso dagl’amici, si risolvé d’andare poco dopo in Francia. Ma intanto, intendendo i Fiorentini, il che fu l’anno 1515, che papa Leone Decimo voleva fare grazie alla patria di farsi in quella vedere, ordinarono per riceverlo feste grandissime et un magnifico e sontuoso apparato con tanti