Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/199

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archi, facciate, tempii, colossi et altre statue et ornamenti, che infino allora non era mai stato fatto né il più sontuoso, né il più ricco e bello; perché allora fioriva in quella città maggior copia di begli et elevati ingegni, che in altri tempi fusse avvenuto già mai. All’entrata della porta di San Pier Gattolini, fece Iacopo di Sandro un arco tutto istoriato et insieme con esso lui Baccio da Monte Lupo; a San Felice in Piazza ne fece un altro Giuliano del Tasso, et a Santa Trinita alcune statue e la meta di Romolo; et in Mercato Nuovo la Colonna Traiana. In piazza de’ Signori fece un tempio a otto faccie Antonio, fratello di Giuliano da San Gallo; e Baccio Bandinelli fece un gigante in sulla loggia. Fra la Badia et il palazzo del podestà fecero un arco il Granaccio et Aristotile da San Gallo, et al canto de’ Bischeri ne fece un altro il Rosso, con molto bello ordine e varietà di figure. Ma quello che fu più di tutto stimato fu la facciata di Santa Maria del Fiore, fatta di legname e lavorata in diverse storie di chiaro scuro dal nostro Andrea, tanto bene che più non si sarebbe potuto disiderare; e perché l’architettura di questa opera fu di Jacopo Sansovino e similmente alcune storie di basso rilievo e di scultura molte figure tonde, fu giudicato dal Papa che non sarebbe potuto essere quell’edifizio più bello quando fusse stato di marmo, e ciò fu invenzione di Lorenzo de’ Medici, padre di quel Papa, quando viveva. Fece il medesimo Iacopo in sulla piazza di Santa Maria Novella un cavallo simile a quello di Roma, che fu tenuto bello affatto. Furono anco fatti infiniti ornamenti alla sala del papa nella via della Scala, e la metà di quella strada piena di bellissime storie di mano di molti artefici; ma per la maggior parte disegnate da Baccio Bandinelli. Entrando dunque Leone in Fiorenza del medesimo anno, il terzo dì di settembre, fu giudicato questo apparato il maggiore che fusse stato fatto già mai et il più bello. Ma tornando oggimai ad Andrea, essendo di nuovo ricerco di fare un altro quadro per lo re di Francia, ne finì in poco tempo uno, nel quale fece una Nostra Donna bellissima, che fu mandato subito e cavatone dai mercanti quattro volte più che non l’avevano essi pagato. Aveva a punto allora Pier Francesco Borgherini fatto fare a Baccio d’Agnolo di legnami intagliati spalliere, cassoni, sederi e letto di noce molto belli, per fornimento d’una camera; onde, perché corrispondessero le pitture all’eccellenza degl’altri lavori, fece in quelli fare una parte delle storie da Andrea, in figure non molto grandi, de’ fatti di Giuseppo figliuolo di Iacob, a concorrenza d’alcune che n’aveva fatte il Granaccio e Iacopo da Pontorno, che sono molto belle. Andrea dunque si sforzò, con mettere in quel lavoro diligenza e tempo straordinario, di far sì che gli riuscissero più perfette che quelle degli altri sopra detti. Il che gli venne fatto benissimo, avendo egli nella varietà delle cose, che accaggiono in quelle storie, mostro quanto egli valesse nell’arte della pittura. Le quali storie per la bontà loro furono per l’assedio di Fiorenza volute scassare di dove erano confitte da Giovanbatista della Palla, per mandare al re di Francia; ma perché erano confitte di sorte che tutta l’opera si sarebbe guasta, restarono nel luogo medesimo con un quadro di Nostra Donna che è tenuto cosa rarissima. Fece dopo questo Andrea una testa d’un Cristo, tenuta oggi dai frati de’ Servi in sull’altare della Nunziata, tanto bella, che io per me non so se può imaginare da umano intelletto, per una testa d’un Cristo, la