Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/207

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grazia e bontà di colorito e per vivezza e rilievo, mostrò egli avere di gran lunga superati et avanzati tutti i pittori che avevano insino a quel tempo lavorato. Et invero è questa pittura così fatta che apertamente da se stessa, senza che altri la lodi, si fa conoscere per stupenda e rarissima. Mancava al cortile dello Scalzo solamente una storia a restare finito del tutto; per il che Andrea, che aveva ringrandito la maniera per aver visto le figure che Michelagnolo aveva cominciate e parte finite per la sagrestia di San Lorenzo, mise mano a fare quest’ultima storia; et in essa, dando l’ultimo saggio del suo miglioramento, fece il nascer di San Giovanni Battista in figure bellissime e molto migliori e di maggior rilievo che l’altre da lui state fatte per l’adietro nel medesimo luogo. Sono bellissime in questa opera fra l’altre, una femmina che porta il putto nato al letto, dove è S. Lisabetta, che anch’ella è bellissima figura; e Zacheria che scrive sopra una carta, la quale ha posata sopra un ginocchio, tenendola con una mano e con l’altra scrivendo il nome del figliuolo, tanto vivamente che non gli manca altro che il fiato stesso. È bellissima similmente una vecchia che siede in su una predella, ridendosi del parto di quell’altra vecchia e mostra nell’attitudine e nell’affetto quel tanto che in simile cosa farebbe la natura. Finita quell’opera, che certamente è dignissima di ogni lode, fece per il generale di Vallombrosa in una tavola quattro bellissime figure, San Giovanni Battista, S. Giovangualberto, institutor di quell’Ordine, S. Michelagnolo e S. Bernardo, cardinale e loro monaco; e nel mezzo alcuni putti che non possono esser né più vivaci, né più belli. Questa tavola è a Vallombrosa sopra l’altezza d’un sasso, dove stanno certi monaci separati dagl’altri, in alcune stanze, dette le celle, quasi menando vita da romiti. Dopo questa, gli fece fare Giuliano Scala, per mandare a Serrezzana, in una tavola una Nostra Donna a sedere col Figlio in collo e due mezze figure dalle ginocchia in su, San Celso e S. Iulia, S. Onofrio, S. Caterina, San Benedetto, S. Antonio da Padoa, San Piero e San Marco. La quale tavola fu tenuta simile all’altre cose d’Andrea et al detto Giuliano Scala rimase per un resto, che coloro gli dovevano di danari pagati per loro, un mezzo tondo, dentro al quale è una Nunziata, che andava sopra per finimento della tavola; il quale è nella chiesa de’ Servi a una sua capella intorno al coro nella tribuna maggiore. Erano stati i monaci di San Salvi molti anni senza pensare che si mettesse mano al loro Cenacolo, che avevano dato a fare ad Andrea, allora che fece l’arco con le quattro figure; quando un abbate galantuomo e di giudizio, deliberò che egli finisse quell’opera; onde Andrea, che già si era a ciò altra volta obligato, non fece alcuna resistenza, anzi messovi mano in non molti mesi, lavorandone a suo piacere un pezzo per volta, lo finì e di maniera che quest’opera fu tenuta, ed è certamente, la più facile, la più vivace di colorito e di disegno che facesse già mai, anzi che fare si possa: avendo, oltre all’altre cose, dato grandezza, maestà e grazia infinita a tutte quelle figure; intanto che io non so che mi dire di questo Cenacolo che non sia poco, essendo tale che chiunche lo vede resta stupefatto; onde non è maraviglia se la sua bontà fu cagione che nelle rovine dell’assedio di Firenze l’anno 1529 egli fusse lasciato stare in piedi, allora che i soldati e guastatori, per comandamento di chi reggeva, rovinarono tutti i borghi fuor della città, i monasteri, spedali e