Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/229

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sforzò di mostrare quanto valesse. Fece anco, in sul detto canal grande, nella facciata della casa di Martin d’Anna molte storie a fresco, et in particolare un Curzio a cavallo in iscorto, che pare tutto tondo e di rilievo; sì come è anco un Mercurio, che vola in aria per ogni lato, oltre a molte altre cose tutte ingegnose. La quale opera piacque sopra modo a tutta la città di Vinezia, e fu perciò Pordenone più lodato che altro uomo mai in quella città avesse insino allora lavorato. Ma fra l’altre cose che fecero a costui mettere incredibile studio in tutte le sue opere, fu la concorrenza dell’eccellentissimo Tiziano; perché mettendosi a garreggiare seco, si prometteva mediante un continuo studio e fiero modo di lavorare a fresco con prestezza, levargli di mano quella grandezza che Tiziano con tante belle opere si avea acquistato, aggiugnendo alle cose dell’arte anco modi straordinarii mediante l’esser affabile e cortese, e praticar continuamente a bella posta con uomini grandi, col suo essere universale e mettere mano in ogni cosa. E di vero questa concorrenza gli fu di giovamento, perché ella gli fece mettere in tutte l’opere quel maggiore studio e diligenza che potette, onde riuscirono degne d’eterna lode. Per queste cagioni adunque gli fu dai soprastanti di S. Rocco data a dipignere in fresco la capella di quella chiesa con tutta la tribuna. Perché messovi mano, fece in quest’opera un Dio Padre nella tribuna et una infinità di fanciulli che da esso si partono con belle e variate attitudini. Nel fregio della detta tribuna, fece otto figure del Testamento Vecchio, e negl’angoli i quattro Evangelisti, e sopra l’altar maggiore la Trasfigurazione di Cristo, e ne’ due mezzi tondi dalle bande sono i quattro Dottori della Chiesa. Di mano del medesimo sono a mezza la chiesa due quadri grandi: in uno è Cristo che risana una infinità d’infermi, molto ben fatti, e nell’altra è un San Cristoforo che ha Gesù Cristo sopra le spalle. Nel tabernacolo di legno di detta chiesa, dove si conservano l’argenterie, fece un S. Martino a cavallo con molti poveri che porgono voti sotto una prospettiva. Questa opera, che fu lodatissima, e gli acquistò onore et utile, fu cagione che Messer Iacopo Soranzo, fattosi amico e dimestico suo, gli fece allogare a concorrenza di Tiziano la sala de’ Pregai, nella quale fece molti quadri di figure che scortano al disotto in su, che sono bellissime; e similmente un fregio di mostri marini lavorati a olio intorno a detta sala. Le quali cose lo renderono tanto caro a quel Senato, che mentre visse ebbe sempre da loro onorata provisione. E perché gareggiando cercò sempre di far opere in luoghi dove avesse lavorato Tiziano, fece in S. Giovanni di Rialto un S. Giovanni elemosinario che a’ poveri dona danari; et a un altare pose un quadro di S. Bastiano e S. Rocco et altri santi che fu cosa bella, ma non però eguale all’opera di Tiziano; se bene molti, più per malignità che per dire il vero, lodarono quella di Giovan Antonio. Fece il medesimo nel chiostro di S. Stefano molte storie in fresco del Testamento Vecchio et una del Nuovo, tramezzate da diverse Virtù, nelle quali mostrò scorti terribili di figure; del qual modo di fare si dilettò sempre e cercò di porne in ogni suo componimento, e difficilissime, adornandole meglio che alcun’altro pittore. Avendo il prencipe Doria in Genova fatto un palazzo su la marina, et a Perin del Vaga pittor celebratissimo fatto far sale, camere et anticamere a olio et a fresco, che per la ricchezza e