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Vita di Fra Bartolomeo di s. Marco Pittor Fiore.


icino alla terra di Prato che è lontana a Fiorenza dieci miglia, in una villa chiamata Savignano, nacque Bartolomeo, secondo l’uso di Toscana, chiamato Baccio il quale mostrando nella sua puerizia non solo inclinazione, ma ancora attitudine al disegno, fu col mezzo di Benedetto da Maiano acconcio con Cosimo Rosselli et in casa alcuni suoi parenti, che abitavano alla Porta a San Piero Gattolini, accomodato; ove stette molti anni talché non era chiamato né inteso per altro nome che per Baccio dalla Porta. Costui, doppo che si partì da Cosimo Rosselli, cominciò a studiare con grande affezzione le cose di Lionardo da Vinci et in poco tempo fece tal frutto e tal progresso nel colorito che s’acquistò reputazione e credito d’uno de’ miglior giovani dell’arte, sì nel colorito come nel disegno. Ebbe in compagnia Mariotto Albertinelli, che in poco tempo prese assai bene la sua maniera, e con lui condusse molti quadri di Nostra Donna, sparsi per Fiorenza, de’ quali tutti ragionare sarebbe cosa troppo lunga, però toccando solo d’alcuni fatti excelentemente da Baccio, uno n’è in casa di Filippo di Averardo Salviati, bellissimo e tenuto molto in pregio e caro da lui, nel quale è una Nostra Donna; un altro, non è molto, fu comperato (vendendosi fra masserizie vecchie) da Pier Maria delle Pozze, persona molto amico delle cose di pittura, che conosciuto la bellezza sua non lo lasciò per danari, nel quale è una Nostra Donna fatta con una diligenzia straordinaria. Aveva Pier del Pugliese avuto una Nostra Donna piccola di marmo di bassissimo rilievo, di mano di Donatello cosa rarissima, la quale per magiormente onorarla, gli fece fare uno tabernacolo di legno per chiuderla con dua sportellini, che datolo a Baccio dalla Porta vi fece drento dua storiette, che fu una la Natività di Cristo, l’altra la sua Circuncisione, le quali condusse Baccio di figurine a guisa di miniatura che non è possibile a olio poter far meglio; e quando poi si chiude di fuora, in su’ detti sportelli dipinse pure a olio di chiaro e scuro la Nostra Donna annunziata dall’Angelo. Questa opera è oggi nello scrittoio del duca Cosimo dove egli ha tutte le antichità di bronzo di figure piccole, medaglie et altre pitture rare di minî, tenuto da Sua Eccellenza Illustrissima per cosa rara come è veramente. Era Baccio amato in Firenze per la virtù sua, che era assiduo al lavoro, quieto e buono di natura et assai timorato di Dio, e gli piaceva assai la vita quieta e fuggiva le pratiche viziose e molto gli dilettava le predicazioni, e cercava sempre le pratiche delle persone dotte e posate. E nel vero rare volte fa la natura nascere un buono ingegno et uno [art]efice mansueto che anche in qualche tempo di quiete e di bontà non lo provegga come fece a Baccio, il quale, come si dirà di sotto, gli riuscì quello che egli desiderava, che sparsosi l’esser lui non men buono che valente, si divulgò talmente il suo nome, che da Gerozzo di Monna Venna Dini gli fu fatta allogazione d’una cappella nel Cimiterio, dove sono l’ossa de’ morti nello spedale di Santa Maria Nuova, e cominciovvi un Giudizio a fresco, il quale condusse con tanta diligenza e bella maniera in quella parte che finì che, acquistandone