Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/78

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grandissima fama, oltra quella che aveva, molto fu celebrato per aver egli con bonissima considerazione espresso la gloria del Paradiso e Cristo con i dodici Apostoli giudicare le dodici tribù, le quali con bellissimi panni sono morbidamente colorite. Oltra che si vede nel disegno, che restò a finirsi, queste figure che sono ivi tirate all’Inferno, la disperazione, il dolore e la vergogna della morte eterna, così come si conosce la contentezza e la letizia, che sono in quelle che si salvano, ancora che questa opera rimanesse imperfetta, avendo egli più voglia d’attendere alla religione che alla pittura. Perché trovandosi in questi tempi in San Marco fra’ Girolamo Savonarola da Ferrara, dell’ordine de’ Predicatori, teologo famosissimo, e continovando Baccio la udienza delle prediche sue, per la devozione che in esso aveva, prese strettissima pratica con lui e dimorava quasi continuamente in convento avendo anco con gli altri frati fatto amicizia. Avenne che continovando fra’ Ieronimo le sue predicazioni e gridando ogni giorno in pergamo che le pitture lascive e le musiche e’ libri amorosi spesso inducono gli animi a cose mal fatte, fu persuaso che non era bene tenere in casa, dove son fanciulle, figure dipinte di uomini e donne ignude, per il che riscaldati i popoli dal dir suo il carnovale seguente, che era costume della città far sopra le piazze alcuni capannucci di stipa et altre legne, e la sera del martedì per antico costume arderle queste con balli amorosi, dove presi per mano uno uomo et una donna giravano cantando intorno certe ballate, fé sì fra’ Ieronimo che quel giorno si condusse a quel luogo tante pitture e scolture ignude molte di mano di Maestri eccellenti, e parimente libri, liuti e canzonieri che fu danno grandissimo, ma particolare della pittura, dove Baccio portò tutto lo studio de’ disegni che egli aveva fatto degli ignudi, e lo imitò anche Lorenzo di Credi e molti altri, che avevon nome di piagnoni; là dove non andò molto per l’affezzione che Baccio aveva a fra’ Ieronimo che fece in un quadro el suo ritratto che fu bellissimo, il quale fu portato allora a Ferrara e di lì non è molto che gli è tornato in Fiorenza nella casa di Filippo di Alamanno Salviati, il quale per esser di mano di Baccio l’ha carissimo. Avvenne poi che un giorno si levarono le parti contrarie a fra’ Girolamo per pigliarlo e metterlo nelle forze della giustizia, per le sedizioni che aveva fatte in quella città. Il che vedendo, gli amici del frate si ragunarono essi ancora, in numero più di cinquecento, e si rinchiusero dentro in San Marco; e Baccio insieme con esso loro, per la grandissima affezzione che egli aveva a quella parte. Vero è che essendo pure di poco animo anzi troppo timido e vile, sentendo poco appresso dare la battaglia al convento e ferire et uccidere alcuni, cominciò a dubitare fortemente di se medesimo. Per il che fece voto, se e’ campava da quella furia, di vestirsi subito l’abito di quella religione et interamente poi lo osservò. Conciò sia che finito il rumore e preso e condannato il frate alla morte, come gli scrittori delle storie più chiaramente racontano, Baccio andatosene a Prato si fece frate in S. Domenico di quel luogo, secondo che si trova scritto nelle cronache di quel convento, a dì 26 di luglio 1500, e l’anno dopo fece professione in quello stesso convento dove si fece frate, con grandissimo dispiacere di tutti gli amici suoi, che infinitamente si dolsero di averlo perduto e massime per sentire che egli aveva postosi in animo di non attendere