Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/88

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varietà di figure atte a quel suggetto, le quale mostrano che egli era valent’uomo; il medesimo fu da alcuni mercanti fiorentini condotto in Ungheria dove fece molte opere e vi fu stimato assai. Ma questo povero uomo fu per poco a rischio di capitarvi male, perché essendo di natura libero e sciolto, né potendo sopportare il fastidio di certi Ungheri importuni che tutto il giorno gli rompevano il capo con lodare le cose di quel paese, come se non fusse altro bene o filicità che in quelle loro stufe e mangiar e bere, né altra grandezza o nobilità che nel loro Re et in quella corte, e tutto il resto del mondo fosse fango, parendo a lui, come è in effetto, che nelle cose d’Italia fusse altra bontà, gentilezza e bellezza, stracco una volta di queste loro sciocchezze e per ventura essendo un poco allegro, gli scappò di bocca che e’ valeva più un fiasco di trebbiano et un berlingozzo che quanti re e reine furon mai in que’ paesi. E se e’ non si abbatteva che la cosa dette nelle mani ad un vescovo galantuomo e pratico delle cose del mondo e (che importò il tutto) discreto e che seppe e volle voltare la cosa in burla, egli imparava a scherzar con bestie, perché quelli animalacci Ungheri, non intendono le parole e pensando che egli avesse detto qualche gran cosa, come s’egli fusse per tôrre la vita e lo stato al loro re, lo volevano a furia di popolo, senza alcuna redenzione, crucifiggere. Ma quel vescovo dabbene lo cavò d’ogni inpaccio, stimando quanto meritava la virtù di quel valent’uomo e, pigliando la cosa per buon verso, lo rimise in grazia del re che, intesa la cosa, se ne prese sollazzo, e poi finalmente fu in quel paese assai stimata et onorata la virtù sua. Ma non durò la sua ventura molto tempo; perché, non potendo tollerare le stufe, né quella aria fredda, nimica della sua complessione, in breve lo condusse a fine, rimanendo però viva la grazia e fama sua in quelli che lo conobbero in vita e che poi di mano in mano videro l’opere sue.

Furono le sue pitture circa l’anno MDXII.