che si spendessero in commercio a corso abusivo, secondo i crescenti valori numerarj. Che se il valore abusivo fosse stato una volta da una espressa legge permesso, nè vi fosse stato timore di nuove riduzioni, avrebbe acquistato comodamente il giusto suo corso; mentre non essendo, che tollerato, e temendosi sempre dal popolo una nuova riduzione, non può giungere il corso abusivo a restituire il perfetto equilibrio fra le monete, o non ci può giungere, che lentissimamente. Un tale accrescimento del valore numerario delle monete nobili avrebbe veramente recato gravissimi danni a molte persone, come ai creditori, e a tutti quelli ch’hanno stipendj, pensioni ec. fissati in valori numerarj, e non in monete effettive. Ma questa crisi istessa, con cui avrebbe la natura restituito l’equilibrio fra le monete, avrebbe fatto universalmente conoscere ciò che ho ricordato spesse volte, che i valori numerarj non devono fare alcuna regola; che non si deve giammai contrattare in quelli, che non sono valori, ma pure denominazioni; che da essi derivano i maggiori inconvenienti, fintantochè non si trovi la maniera (qual è la esposta nel Capo 17.) di renderli costantemente corrispondenti ai valori reali. In tanto ha tentato il popolo di restituire al Principe nel pagamento de’ tributi le monete cattive al prezzo, cui